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Inchiesta Prisma, le intercettazioni della Juve allargano le "sospettabili"

Nei dialoghi tra i dirigenti bianconeri si parla di legami con altre società di Serie A, nessuna delle quali, per ora, sotto accusa.

6 dic 2022
Juventus
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Mentre la Juventus riprende ad allenarsi – con chi non è al Mondiale o in vacanza post eliminazione – l'inchiesta Prisma si allarga. E come Calciopoli parte della Juve per poi stendersi col fiume delle intercettazioni che tira in ballo i legami dai quali nascerebbero le famigerate plusvalenze fittizie. C'è l'Atalanta, che nell'ambito della cessione di Kulusevski s'impegna, con una scrittura privata, ad acquistare un giovane per 3 milioni, per abbassare un prezzo considerato troppo oneroso. Prenderà Muratore – classe '98, 4 presenze in A – per più del doppio, vantando così un credito che sarà poi colmato con gli arrivi, via Juve, di Romero e Demiral. Passaggi, questi, su cui vi sono incongruenze, un prestito ufficialmente oneroso che in realtà oneroso non sarebbe, con Percassi dell'Atalanta che invita Cherubini a ricordarsi di questi “debiti” che, secondo il ds Juve, non sarebbero a bilancio. C'è il Sassuolo, per l'affare Locatelli, per il quale l'Arsenal offre di più. E Cherubini lamenta la scarsa memoria dell'ad neroverde Carnevali, che dimentica la “partnership” con chi l'ha agevolato in svariate operazioni: su tutte Demiral (parcheggiato 6 mesi per un guadagno di 8 milioni), ma anche Zaza, Sensi e Lirola. Così il fresco campione d'Europa Locatelli va alla Juve con un prestito biennale con obbligo di riscatto in caso di una presenza tra febbraio e marzo 2023 (condizioni su cui indaga la procura). C'è l'Udinese, dalla quale il ds dell'U23 Manna e Storari, per ripianare un debito (definito la m...) di Paratici, presero Compagnon per 4,5 milioni, più il prestito di Palumbo. Paratici che, col dg del Pisa Corrado, si propone di fare operazioni per conto dei nerazzurri, così come dice di fare abitualmente con Genoa, Sassuolo e Atalanta. Dunque il rischio che la questione s'allarghi c'è, come sottolinea, pur con tutte le cautele del caso, anche il ministro per lo sport Andrea Abodi.





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