Italia fuori dal mondiale: polemiche, recriminazioni e accuse ai vertici del mondo del calcio

Un popolo di individualisti. La storia ci racconta gli italiani come primi della classe nelle imprese singole e protagonisti di fallimentari sconfitte quando agiscono in gruppo. Così, dopo il fischio finale di ieri, hanno un senso le parole di Arrigo Sacchi: “l'Italia ha un problema culturale, consideriamo individuale quello che invece è uno sport di squadra”. Tradotto: cerchiamo sempre l'uomo del miracolo, quello che entra in campo e risolve la partita. Eppure che questa nazionale fosse una “italietta”, lo racconta tutto il percorso che ha portato a decidere del suo futuro al mondiale con la Svezia.
Una squadra senza storia che ritrova onore nelle lacrime di Buffon e nel suo addio alla nazionale.
Sognava il sesto mondiale e l'ingresso nella leggenda. E' uscito dal campo a testa bassa ma, ancora una volta grande, a chiedere scusa al posto del Ct che di parlare si era rifiutato.
Oggi è il giorno delle vendette e delle polemiche. Il ministro dello sport Lotti attacca: “Il calcio va rifondato del tutto, ma le dimissioni riguardano Ventura e Tavecchio”. Anche il presidente del Coni Malagò se la prende col numero 1 della Federcalcio: “Fossi in lui mi dimetterei, se resta se ne assuma la responsabilità”. Tavecchio ammette la delusione e annuncia per domani una riunione per decidere le scelte future, mentre il Ct Ventura, almeno per il momento, non se ne va. Le dichiarazioni al vetriolo sono destinate a crescere, perchè se i tifosi hanno il cuore spezzato, tutti gli altri si ritrovano con le tasche vuote. Contro gli scandinavi la Federcalcio non si è giocata solo la faccia, ma anche 150 milioni di euro oltre al Mondiale più ricco della storia

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