
L'ultima Italia di Spalletti affronta la Moldavia. Deve vincere, possibilmente con qualche gol di scarto, per suturare la ferita norvegese almeno in termini di differenza reti. Il CT lascia come ha annunciato lui stesso nella surreale conferenza della Vigilia:
"Con il Presidente -ha detto l'ormai ex Commissario Tecnico Luciano Spalletti- siamo stati lì un bel po', a parte che ci stiamo sempre poi insieme quando stiamo soprattutto nei ritiri, ma anche quando non siamo nei ritiri siamo sempre in contatto. E mi ha comunicato che sarò sollevato dall'incarico di Citi della Nazionale. Sicuramente a me è dispiaciuto. Poi, visto quello che è il rapporto che abbiamo, io non avevo nessuna intenzione di mollare. Io, soprattutto quando le cose non vanno bene, avrei preferito rimanere al mio posto e continuare a fare il mio lavoro, perché poi sono stato abituato da tutto ciò che ho passato così".
Per la prima volta va in panca un tecnico già esonerato alla guida di una squadra che dopo aver saltato due Mondiali si è messa in condizione di rischiare anche il terzo. Specialista in miracoli e riscoperto indispensabile dopo avere più volte dato l'addio alla panchina, pare proprio toccherà a Claudio Ranieri. Tempo di annunciare che avrebbe fatto il nonno e prima il Cagliari, poi la Roma, ora l'Italia. E come si fa a dire di no? Progetti tecnici divorati uno dopo l'altro, allenatori bruciati in serie e fallimenti ripetuti. Ora la palla passa a questo galantuomo che a ottobre compirà 74 anni e che è più moderno e di moda di tanti giovani colleghi.