Niente di meglio per restare aggrappati in poltrona o arrampicati sugli spalti del Franchi a gustarsi l'ultimo agone che mette in palio la promozione in Serie B: il Parma da una parte, l'Alessandria dall'altra.
I piemontesi sembravano già in Cadetteria a gennaio, quando un arresto improvviso e prolungato ha lasciato aperto uno spiraglio che la Cremonese è stata brava a trasformare in voragine, inserendosi tra le incertezze dei Grigi, i quali hanno lasciato sul piatto otto punti pesantissimi nell'avvincente duello terminato 78 pari, ma con la punizione di Brighenti – uomo partita allo Zini – a far tutta la differenza del mondo. Bravo “Bepi” Pillon a tenere unito un gruppo che ha confermato la sua forza d'urto anche nella corsa play-off, conquistandosi contro la Reggiana un posto nell'atto finale.
Dov'era già certo di esserci il Parma, costruito ormai un anno fa con l'obiettivo di ammazzare il campionato ed invece scopertosi prima alternativa al Venezia di Pippo Inzaghi, semplicemente perfetto nella gestione di un gruppo certo interessante e qualitativamente attrezzato per vincere un campionato di Lega Pro, non necessariamente quello che vedeva i ducali al via.
Eppure i ragazzi di D'Aversa – che ha ereditato da Apolloni – sono dovuti passare dall'anticamera dei play-off per arrivare a giocarsi la promozione in una partita secca. E l'ultima col Pordenone, non certo portata a caso con una prestazione scintillante, ma che promette di lasciare scorie nelle gambe e nella mente degli emiliani, non pone il Parma in netto vantaggio rispetto alla controparte piemontese.
LP
I piemontesi sembravano già in Cadetteria a gennaio, quando un arresto improvviso e prolungato ha lasciato aperto uno spiraglio che la Cremonese è stata brava a trasformare in voragine, inserendosi tra le incertezze dei Grigi, i quali hanno lasciato sul piatto otto punti pesantissimi nell'avvincente duello terminato 78 pari, ma con la punizione di Brighenti – uomo partita allo Zini – a far tutta la differenza del mondo. Bravo “Bepi” Pillon a tenere unito un gruppo che ha confermato la sua forza d'urto anche nella corsa play-off, conquistandosi contro la Reggiana un posto nell'atto finale.
Dov'era già certo di esserci il Parma, costruito ormai un anno fa con l'obiettivo di ammazzare il campionato ed invece scopertosi prima alternativa al Venezia di Pippo Inzaghi, semplicemente perfetto nella gestione di un gruppo certo interessante e qualitativamente attrezzato per vincere un campionato di Lega Pro, non necessariamente quello che vedeva i ducali al via.
Eppure i ragazzi di D'Aversa – che ha ereditato da Apolloni – sono dovuti passare dall'anticamera dei play-off per arrivare a giocarsi la promozione in una partita secca. E l'ultima col Pordenone, non certo portata a caso con una prestazione scintillante, ma che promette di lasciare scorie nelle gambe e nella mente degli emiliani, non pone il Parma in netto vantaggio rispetto alla controparte piemontese.
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