Lega Pro: vince Macalli, ma è spaccatura totale

Se c'erano dubbi adesso è certezza. La Lega Pro è evidentemente spaccata. Lo dicono i numeri dell'assemblea di Firenze. Quella che avrebbe dovuto sancire la fine dell'era Mario Macalli. Il presidente della Lega Pro si salva in calcio d'angolo al termine di una votazione che ha visto la gestione del 78enne numero uno della Lega Pro non saltare per un voto. Il banco tiene, ma la frattura è netta e pure evidente. E' scontro sull'elezione di Claudio Arpaia della Vigor Lamezia, uomo ritenuto vicino alla cordata Macalli-Lotito, con 27 club su 60 che lasciano i lavori per protesta. L'elezione a consigliere di Lega Pro di Arpaia passa con 33 voti a favore e la protesta formale dei club. Tra i 27 club che hanno abbandonato l'assemblea l'Ischia del direttore generale Pino Iodice e il Prato del presidente Toccafondi. La società toscana parla attraverso un comunicato ufficiale: “Le modalità con le quali è stata condotta l'assemblea odierna avrà il solo risultato di accelerare un processo esterno di intervento di cambiamento”. Dopo l'approvazione all'unanimità della ripartizione degli introiti derivanti dalla cessione dei diritti audiovisivi 2014/2015, la spaccatura sulla richiesta di sospensione dei lavori. La votazione arrivata sul 29 a 29, con Foggia e Lumezzane astenute e l'Ascoli, a favore della sospensione, non ammesso al voto dal presidente perché rappresentante di una società priva del requisito di anzianità. Una scelta considerata ingiusta da parte del gruppo contrario all'attuale governance. Alla fine sono state presentate 13 firme autenticate per la convocazione di un'ulteriore assemblea.

Elia Gorini

Nel video l'intervista a Mario Macalli

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