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Linfield e Celtic tra tensioni e bottigliate

15 lug 2017
Linfield e Celtic tra tensioni e bottigliate
Dal famoso venerdi santo del '98 grazie al Belfast Agrement almeno non si sparano più addosso. Ma la situazione religiosa in Irlanda del Nord è sempre piuttosato frizzantina come il clima di quei luoghi. E la manina Uefa che ha sorteggiato i preliminari di Champions non ha dato una mano. Ha tifato per il quasi miracolo de La Fiorita e poi si è messa a pregare. Perchè Linfield-Celtic metteva difronte l'anima protestante di Belfast con quella cattolica di Glasgow. In un insolito venerdì di Champions rimediato per evitare la concomitanza con il tradizionale Orange Walk, manifestazione sentitissima in cui si rievoca la vittoria di Gugliemo d'Orange e normalmente per così dire non mancano incidenti. Clima teso dentro e fuori il Windosor Park, partita impari tra due squadre che non sono sullo stesso piano, ma atteggiamento aggressivo di giocatori tra loro degnamente spalleggiati da un pubblico tra l'intemperante e l'hooligano. Tra le cose che interessano di meno lo 0-2 col quale il Celtic ha praticamente ipotecato la qualificazione, tra quelle degne di nota l'inculumità di Leigh Griffiths, attaccante biancoverde illeso dopo il calcio d'angolo più pericoloso della sua vita calciato schiavando di tutto, dagli accendini alle bottiglie di wishky. Tutto questo in match senza tifosi ospiti che attendono il ritorno per un'altra partita da elmetto e mimetica.

r.c.

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