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Medici di Lega Pro: "Riprendere a giocare è troppo rischioso"

30 apr 2020
presidente Lega Pro
presidente Lega Pro

"Il protocollo sanitario redatto dalla Commissione medico-scientifica della Figc è di difficile applicazione per i club di Serie C e lascia ancora troppe domande aperte". È quanto è emerso dall'incontro fra i vertici di Lega Pro, il rappresentante dei medici della Serie C, Francesco Braconaro, e l'avvocato di PwC Tls, Gianluigi Baroni, che si sono confrontati con i 60 medici sociali dei club della Lega Pro. Il protocollo è stato valutato dai medici sociali di C rispetto a diversi parametri: fattibilità tecnico-scientifica, giuridica, economica, oltre alla fattibilità di applicazione a seconda del territorio.

Rispetto al primo parametro, i medici hanno sottolineato "la difficoltà di accedere a un numero elevato di tamponi che, allo stato attuale, non sono disponibili nemmeno per i cittadini". Inoltre, "i medici prestano servizio sul territorio e, soprattutto, nelle zone maggiormente colpite dal coronavirus", sarebbe dunque "altamente rischioso entrare in contatto con i calciatori e con i propri pazienti. Si rischierebbe di diffondere il virus". Il protocollo apre, inoltre, una serie di questioni che attengono le diverse responsabilità, civili e penali, che si dovessero prefigurare in caso di contagio. "Oltre ai tesserati, numerose altre figure sono coinvolte nella ripresa del campionato - si legge, in una nota - e non è immaginabile che i medici si assumano responsabilità per tutti". Il protocollo, infine, "perché sia messo in atto da un punto di vista organizzativo e gestionale", richiede "risorse economiche che è necessario quantificare".


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