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Messi e il bimbo, la felicità è un selfie

2 set 2017
Messi e il bimbo, la felicità è un selfieMessi e il bimbo, la felicità è un selfie
Messi e il bimbo, la felicità è un selfie - Il piccolo fan di Messi vuole un selfie ma viene portato via di peso. E il campione lo richiama
La sicurezza ferma un bambino. Forse si chiama sicurezza perchè lo faccia. Ma un bimbo che piange arriva al cuore di una persona gentile. Mescolando gli ingredienti nasce una bella storia con il calcio sullo sfondo e gli uomini in primo piano.

L'uomo, il Campione con la faccia buona che si dice abbia adottato la barba per sembrare in campo un po' più cattivo. Perchè i campioni, così pare, sono tali solo se un po' truci. E allora ecco Lionel Messi fermare tutto davanti ad un bambino deluso. Per un selfie mancato, per un contatto mancato. Montevideo, la Nazionale argentina è davanti all'Hotel.

Messi vede la scena. Richiama il bimbo. Pochi secondi per lui per regalare la felicità. Regalo, regalone. Per il campionissimo che si muove come una persona normale in un contesto, il suo, di transazioni, penali, bonus, ingaggi, clausole. Insomma un mondo di plastica e denaro che non è riuscito a rubagli l'anima. Sarebbe un gesto piccolo, non lo è. "Vieni qui Ninho". Lo chiama, lo coccola, riavvicina due galassie che ruotano parallele e lontane. La gente applaude. E il giorno dopo la partita. Uruguay-Argentina, rigorosamente 0-0 senza lo straccio di un'emozione. Per una volta la partita viene dopo, se viene.

Nessuno la ricorderà. Per rispetto a una selfie e una carezza. A un bambino e un campione. A un campione bambino. Che di far gol poi aveva voglia il giusto.  

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