Due icone del calcio mondiale sono partite da qui: Helenio Herrera e Arrigo Sacchi, due innovatori che hanno fatto la storia. Giocatori come Samir Handanovic, Alessandro Matri che oggi su Twitter fa i complimenti alla sua ex squadra, hanno vestito il biancorosso, ma l'uomo Rimini, lo era già prima, lo è ancora di più adesso, è Adrian Ricchiuti. 301 gettoni in biancorosso, 62 goal, il “ Chico” ha ripetuto in questi anni come un mantra: “torno a Rimini e chiudo la carriera in biancorosso”. Detto e fatto. In questa serie D dove Adrian, quando è stato bene, si è solo divertito, ha fatto quello che sa fare: calcio. In questa stagione abbiamo visto due Rimini: quello con Ricchiuti in campo e quello senza Ricchiuti. Il primo vincente e spettacolare, il secondo solo vincente. Ecco perchè queste parole seppur dette a caldo, un po' di timore alla piazza ieri letteralmente in visibilio, mettono. Per far cambiare idea al “Chico” basterebbe mettergli accanto due polmoni che corrano anche per lui: con tutti i paragoni del caso, ci vorrebbe un Bonini accanto a lui che per la categoria è come Platini. Ricchiuti unico. Ma sarebbe riduttivo racchiudere 80 punti in 34 punti solo con un nome. Il Rimini è Ricchiuti ma non solo. Manuel Pera ha bombardato 28 volte le malcapitate difese avversarie. Il Rimini ha avuto coraggio nel dare fiducia, ampiamente ripagata da Andrea Dini, giovane ma già esperto e pronto per i Prof. Poi ancora Di Maio, Di Deo, De Martino, Calori, Cacioli questi alle battaglie ci sono abituati. Intorno a loro un nugolo di giovani promettenti: Di Nicola, Berardi, Florio e tutti gli altri amalgamati da un tecnico capace ed essenziale coma Marco Cari. Rimini va. Quarta promozione in 12 anni, terzo campionato vinto in 40. E in questa intensa storia entra di diritto anche il Presidente Fabrizio De Meis. Sembrava inizialmente solo un “pazzo”. Abituato a gestire uno dei locali della notte più importanti del mondo come il Coccoricò, nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo che sarebbe riuscito dimostrando competenza anche nel calcio. Ed invece De Meis ha inserito la musica giusta. Ora lo aspetta la definitiva consacrazione tra i prof, va bene, ma quella gente, non quello stadio, merita anche di stare un po' più in su.
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
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