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San Marino - Zenit: è tutto vero

3 mar 2013
San Marino - Zenit: è tutto veroÈ tutto vero
È tutto vero - Il giorno dopo San Marino - Zenit: si ritorna alla vita sportiva di tutti i giorni, ma con certezze...
Il giorno dopo è generalmente quello in cui ti stropicci gli occhi e ti chiedi se tutto sia effettivamente accaduto o frutto dell'immaginazione. Bhè, è tutto vero.
Calpestare il prato di Coverciano, dove normalmente solo chi si prepara a manifestazioni come Europei e Mondiali, da sicuro protagonista, è abituato a calcare, è già di per sé un buon argomento con cui intrattenere amici e parenti.
La cattiveria dei momenti importanti per il San Marino di Acori, che giustamente ha regalato il palcoscenico a tutti i suoi interpreti, senza mai perdere di sostanza e qualità. Un buon viatico per il proseguo della stagione: pacchetto difensivo impeccabile, e Hulk ad impallidire nei duelli con Crivello, alla faccia dei 55 milioni spesi dallo Zenit. Galluppo e Pelagatti sicuri e precisi, Cappellini corre tanto dietro a Shirokov, ma di tiri nello specchio ne vediamo solo uno nel primo tempo, e lì Vivan risponde alla grande. Pacciardi padrone del centrocampo, Del Sole e Pigini accendono il San Marino nella ripresa. E si dica quel che si vuole, ma il San Marino spreca pure: Ferrari trova un ottimo Malafeev, che si ripete in maniera straordinaria su Poletti, che ha rischiato di segnare un gol che forse nemmeno a Coverciano si vede troppo spesso. Casolla poi non ci crede quando vede il numero uno russo negargli l'1-0 a fine primo tempo.
Il calo comprensibile arriva dopo un ora dove la difesa a ballare di più sembrava quella dello Zenit, e ci vuole tutta la classe di Djordjevic e la convinzione di Bystrov per rompere gli equilibri. Il raddoppio è figlio della furbizia di Denisov, ma prima Mella ha mancato l'appuntamento con la porta bucata Dio solo sa quante volte da Totti, Del Piero, Vieri, Balotelli. Termina con abbracci e strette di mano, termina con tanti applausi per il San Marino e molti in bocca al lupo per lo Zenit, nel ritorno alle rispettive vite sportive: Europa League e rincorsa al titolo per Spalletti, incidere la storia nel granito per Acori. E non è così semplice come sembra definire l'impresa più ardua. Ma sognare, dopo un così bel vedere, non è solo possibile, è lecito.

Luca Pelliccioni


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