Schedina addio, il Totocalcio va in pensione

È stata il sogno di generazioni di italiani e ora va in pensione. Dalla politica arriva l'ultima spallata alla mitica schedina. Il concorso pronostici sarà riformato come da emendamento dei relatori alla Manovra ora in Commissione Bilancio al Senato.

Il primo colpo di piccone risale all'arrivo della liberalizzazione delle scommesse e soprattutto al venir meno dal sacro principio di contemporaneità delle partite. Era ormai una cosa per sopravvissuti, l'ultima schedina. Nel week end l'hanno giocata in appena 38.000. Il montepremi si aggirava sui 100.000 euro. Chiude per esaurimento più ancora che per decreto un sogno che durava dal 1946 e che per più di 70 anni ha scandito le domeniche pomeriggio dei giocatori.

L'idea fu del giornalista Massimo della Pergola esiliato in Svizzera per via delle origini ebraiche che a quel tempo in Europa sembrava fossero una colpa. Tredici partite in fila, tutta la A e poi qualcosa di B e C. Un misto di competenza e fortuna alla rincorsa di cifre iperbloche e di un cambio di vita. Il clou nel 1993, il 5 dicembre. 34.470.967.370 lire il montepremi più alto di sempre poi un lento e inesorabile declino. Ora la fine di un concorso in realtà fondato su un mondo finito da un pezzo.

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