Scommesse: Pepe e Bonucci davanti al giudice

Tornassi indietro –dice Conte- rifiuterei di patteggiare. Non ha senso farlo quando non hai nulla da nascondere. E’ gonfio di rabbia il tecnico della Juventus, ma la prima e anche la seconda mossa l’ha fatta il procuratore Palazzi. E l’avvocato Bongiorno, ottimista, a smontare la condanna in Primo Grado puntando tutto sull’inattendibilità di un pentito, Carobbio, a ricalcare la linea vincente tenuta con il suo più illustre assistito, il senatore a vita Andreotti.
Bonucci e Pepe sono comparsi questa mattina davanti al magistrato per ripercorrere le fasi di una situazione che consideravano chiusa. Palazzi crede alle parole di Masiello e nel ruolo attivo di Bonucci nella combine di Udinese-Bari, reato che in subordine potrebbe essere derubricato in omessa denuncia se le prove non fossero così evidenti. Manca la telefonata che Masiello dice di aver fatto a Bonucci, ma che non risulta nella mole dei dati in possesso agli inquirenti. Una telefonata che –secondo il legale del difensore- non ci sarebbe mai stata. Durissime invece le conclusioni di Palazzi che chiede di riformare integralmente le decisioni della Disciplinare e accogliere le richieste formulate.

Roberto Chiesa

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