La scuola dei "Numeri Uno": a Domagnano il campus estivo per portieri

Ultimo e solitario baluardo, nel campo da calcio il portiere occupa il posto forse più affascinante, sicuramente il più delicato. Solo contro tutti e pronto a pagare a caro prezzo – lui più degli altri – ogni singolo errore. Per farlo bene occorrono una serie di doti naturali:istinto, coraggio e un mix di freddezza e follia. Per tutto il resto c'è il Camp di Numero Uno, la scuola che ogni estate da 23 anni a questa parte porta sul Titano giovani portieri da tutta Italia per insegnargli le basi del mestiere. Prima lezione: disperdere il minor numero di energie possibili. “Un portiere deve essere il più economico possibile nei movimenti – spiega il direttore di Numero Uno Giuseppe De Fidio – deve tuffarsi evitando traumi e rialzarsi con meno mosse possibili”.

Lezione numero due: memorizzare e fare proprio il gesto tecnico. Motivo per cui qui al Camp si allenano i ragazzi con una macchina spara palline da tennis. “ La pallina da tennis è importante per imparare il movimento – dice De Fidio – se calciasse un allenatore la palla andrebbe ogni volta in un punto diverso, invece la macchina spara la pallina sempre nello stesso punto. Così il ragazzo interiorizza il movimento e lo fa suo”.

Da quest'anno però il Camp ha esteso il proprio raggio d'azione: non più solo portieri – che restano in maggioranza – ma anche difensori, centrocampisti e attaccanti.

Riccardo Marchetti

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