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Succi e la legge del Manuzzi

3 mar 2013
Succi e la legge del ManuzziCesena-Modena
Cesena-Modena - Le interviste
Dunque un gol di testa da chi, Succi, sulla testa ha un cerottone che magari mal si concilia con la stoccata. Una grande intensità, un po' di ramazza, un portiere a mezzo servizio comunque efficace ed un palo da baciare tutta la vita. Bel riassunto post doccia del bomber “perfetti e fortunati” c'è il sugo di un pomeriggio da B. Nel quale arrivano tre punti balsamici e si vedono un paio di cose che regalano a Bisoli la forza di commuoversi. Intanto l'applicazione feroce in fase di non possesso di Defrel, disegnato come un talentino indisciplinato e ieri primo dei mastini. E l'altra D'Alessandro. Ha una microfattura ad un piede, chiede di essere convocato e con un'infiltrazione fa un tempo di sgroppate. Esce con le stimmate e una scarpa in mano. Il piede che scoppia dentro il calzino ma tre punti. E l'abbraccio di un Bisoli stremato pure lui. Perchè la faccia, i segni, i denti di chi si vuol salvare sono quelli dell'ultimo quarto d'ora. Quando il Modena a passo di carica cercava il punto che pure si sarebbe meritato. Scivolate al limite, palle in tribuna. Un po' di trincea sanissima e di prospettiva perchè arrivata dopo un'ora di buon calcio e arrivata contro un squadra che fino a ieri ragionava in ottica play off. Verso il recupero di mercoledì quando il Cesena riavrà Comotto e forse anche Coppola. E il Manuzzi che nel 2013 è diventato un fortino, un campo inespugnabile dove in serie sono cadute Vicenza, Ternana e Modena. E dove costruire un futuro un po' più tranquillo.

Roberto Chiesa

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