Il termometro dei Mondiali

C'era una volta il calcetto con gli amici del bar. Oggi c'è il Futsal, i brasiliani non gli hanno dato solo il nome ma ci sanno anche giocare. Ai mondiali di Bangkok, i verdeoro distruggono i sogni più o meno proibiti della Libia che anche dal punto di vista sportivo deve metabolizzare la caduta del regime. La federazione rinasce dalle ceneri di quella fondata da Al Saadi, figlio del rais, e intanto ne prende 13 dal magno Brasile.
I padroni di casa della Tailanda giocano un match generoso, a tratti infuocato, e limitano i danni 3-5 contro la predestinata Ucraina per quello che all'inizio sembrava dover essere un divario bene più netto.
Da pronostico il 6-3 croato su un Paraguai dignitoso ma obiettivamente un gradino sotto e pari spettacolo tra il Portogallo e la sorpresa Giappone. Cinque a cinque tra due squadre che prediligono la fase offensiva.
Le altre sfide non portano sostanza. Goleada russa ai carneadi delle Isole Salomone (16-0), la Repubblica Ceca, seppur di misura sul Kuwait e Serbia sull'Egitto.

Roberto Chiesa

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