CONVEGNO

Un giorno di Var con Brighi, Minotti e Pecci

Organizzato da Consulta per l'Informazione, Associazione Sammarinese Stampa Sportiva e ospitato alla Casa del Calcio

Sul genere nessuna novità, quindi il o la var, è entrata comunque a gamba tesa sul campionato di calcio cambiando profondamente il mestiere dell'arbitro e anche del tifoso. E'  stato quindi di grande attualità il tema scelto dalla Consulta per l'Informazione e della Associazione Sammarinese Stampa Sportiva per il convegno di oggi ospitato dalla Fsgc alla Casa del Calcio dedicato a giornalisti, addetti ai lavori e semplici appassionati. Da quando è entrata nel mondo del calcio, la tecnologia si è alleata con i direttori di gara ed è diventata ausilio irrinunciabile per chi è chiamato comunque a decidere in prima persona.

Aperta col saluto del Segretario allo Sport Marco Podeschi, la mattinata ha visto dialogare con i presenti relatori, dal vice Commissario Can di Serie B Christian Brighi, al commentatore Sky Lorenzo Minotti ad Eraldo Pecci. Brighi ha fatto chiarezza protocollo di applicazione, ovvero quando il Var può intervenire e cioè in presenza di casi di "gol-non gol" "rigori" "espulsioni" "scambio d'identità". Riguardo ad un altro taboo, quello del silenzio, Brighi dice che gli arbitri sono pronti a parlare, magari non sempre, ma il dialogo potrebbe aiutare ad evitare incomprensioni. Calciatore senza var, oggi apprezzato commentatore tecnico in forza a Sky, Lorenzo Minotti ha raccontato episodi legati alla sua carriera e anche a come, ora diventato telecronista, sia fondamentale prepararsi o poi saper gestire anche i momenti di vuoto, quelli dell'incertezza, quelli che dividono la prima decisione da quella finale, quelli che appunto accompagnano le operazioni di Var. Sarà necessario, secondo l'ex capitano del Parma, arrivare a proiettare sui maxi schermi le immagini che sta riguardando l'arbitro. Servirebbe agli spettatori sia per comprendere la complessità di certe decisioni, che per accettarle.

E poi c'è chi come Eraldo Pecci, il Var lo guarda di traverso perchè "l'errore umano fa parte del gioco e accettarlo è doveroso, ma se anche con gli ausili della tecnologia si continua a sbagliare, si legittima in qualche modo il tifoso a pensare male. Tra battute al vetriolo e interventi spassosi Pecci ha chiuso da nostalgico del suo calcio per nulla dispiaciuto di non far parte di quello attuale. 

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