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Alan Gasperoni: "Se quel Presidente sono io, rispondo"

3 mar 2014
Alan Gasperoni: "Se quel Presidente sono io, rispondo"
Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Giorgio,

ho deciso, in maniera sofferta, a quattro giorni di distanza dal comunicato divulgato dall’Ufficio Stampa della tua Federazione, di difendermi, di spiegare, di rispondere. Non utilizzo la vostra stessa arma, il “comunicato” per me è uno strumento professionale, lo uso per lavoro, e credo non si addica a questa situazione. Preferisco una lettera aperta, che faccia emergere, senza la freddezza delle frasi di circostanza, tutta la stima che ho nei tuoi confronti e il rispetto che da sempre nutro verso un dirigente sportivo che ho sempre considerato alla pari di mio padre. Una lettera che mi permetta di spiegare bene come mi pongo verso i problemi che, per quanto vogliate negare, coinvolgono la Federcalcio a vari livelli e che chiarisca cosa è successo in quest’ultima travagliata settimana, senza però negare la tristezza del momento, l’amarezza che provo di fronte alla maniera di governare il calcio che avete scelto e la rabbia per le occasioni continuamente mancate. Un passo indietro: lunedì scorso, durante l’assemblea federale, davanti ad oltre 60 dirigenti sammarinesi mi sono permesso di chiederti di poter visionare i verbali del Consiglio Federale per avere un’idea più chiara sulle delibere di spesa che vanno a comporre un consuntivo di quasi 6 milioni di euro nel quale, tra punti più o meno chiari
compaiono voci cumulative e descrizioni approssimative. Nessuna illazione, tant’è che come tutta l’assemblea anche io ho approvato alzando la mano quel bilancio, ma una richiesta, a mio avviso legittima, di comprendere meglio come vengono investiti soldi che, in un modo o in un altro dobbiamo considerare di tutte le società. Tu hai tergiversato, il tuo Segretario Generale ha addirittura cambiato discorso e io, mi sono sentito autorizzato a tirare in ballo il Vice Presidente UEFA Giancarlo Abete che era
lì proprio quale figura di garanzia. Non è andata forse così? La risposta di Abete, che ha paragonato cose imparagonabili ed ha inserito nel discorso temi a mio avviso inopportuni, non mi ha assolutamente soddisfatto (tant’è che ancora oggi non ho ben capito se queste delibere si possano vedere oppure no), anzi, mi ha offeso. Per evitare spiacevoli teatrini ho lasciato andare il mio sfogo su un social network tornandomene zitto sulla mia poltrona. Vuoi che ammetta che ho sbagliato a pubblicare online quelle frasi, caro Giorgio? Non ho problemi, a volte la rabbia fa sbagliare. Ma del vostro comunicato, che non avete avuto il coraggio di firmare, né tu, né il Consiglio Federale, vogliamo parlarne? Davvero serviva convocare un Consiglio Federale straordinario (che all’incirca vi sarà costato 700 euro) per rispondere ad un post su Facebook? Hai perso il mio numero di telefono? L’unico risultato che avete ottenuto è stato quello di spostare sui quotidiani una questione che avremmo tranquillamente potuto gestire negli ampi uffici della Casa del Calcio. Meglio così, ora l’opinione pubblica potrà tirare le somme e farsi la sua idea sull’accaduto. Ma tu, che dopo ogni scontro sulle poltrone in pelle bianca del tuo ufficio, hai sempre minimizzato, abbassato i toni e stigmatizzato l’accaduto, cercando di evitare fuoriuscite di notizie che potessero ledere il calcio, credi davvero di aver fatto la cosa giusta. Giorgio, lascia che ti chieda ancora una cosa, chi ti ha convinto a scrivere quella roba? Chi ti ha fatto commettere un così grave errore? Quella della trasparenza sui bilanci è una questione che non potete permettervi di sottovalutare, così come non potete permettervi di sottovalutare i malumori che stanno sorgendo attorno al vostro operato. In tempi di ristrettezze economiche avete la grande opportunità di poter investire soldi in infrastrutture quando nessuna azienda può permetterselo, su quegli investimenti, fatti con i soldi di tutti i tesserati della Federcalcio
sammarinese, non devono esserci ombre, così come non devono esserci ombre sui compensi alle persone che lavorano per la Federcalcio, sui rimborsi ai consiglieri, sui rimborsi spese ai tecnici, sullo stipendio del Segretario Generale e sugli investimenti che la stessa FSGC decide di fare per lo sviluppo del calcio. Purtroppo, al contrario di quanto ritieni tu, la Federazione Sammarinese Giuoco Calcio, non può più essere gestita come una grande famiglia ma deve essere gestita come un’azienda, con una decina di dipendenti e migliaia di clienti. L’attività, come tu fai sempre notare nelle tue relazioni, è ampia, mostruosamente articolata e di alto livello. Per mandarla avanti servono persone qualificate, dirigenti capaci, con uno spiccato senso dello sviluppo, con capacità relazionali, con conoscenze internazionali e con una grande elasticità mentale. Un anno fa ero molto fiducioso, dopo le elezioni del nuovo consiglio federale avrei giurato che le capacità dei nuovi eletti sarebbero state utili alla causa, ora
però, devo, ahimè constatare, che i modi di fare del Segretario Generale e le vecchie abitudine legate ad una politica da “prima Repubblica” hanno tarpato le ali a tutti e che nessuno è mai stato realmente in grado di esprimere tutte le proprie qualità rischiando di venir bollato come “incapace” quando in realtà è unicamente “limitato”. Vogliamo continuare così ancora per molto Giorgio? Davvero credi che per tre lunghissimi anni, fino alla nomina di Marco Tura alla Presidenza e alla caduta del regime del
Segretario Casadei, si possa continuare a gestire in questo modo la Federcalcio? Davvero credi che tutto vada bene come hai raccontato nella tua relazione di fine anno? Se sarai disposto ad ammettere, con umiltà, senza ammaccare la tua figura e senza secondi fini, che ci sono cose da rivedere, questioni da riaffrontare e migliorie da apportare, allora continuerai ad avere l’appoggio che ti ho sempre fornito e la mia stima
resterà immutata. In alternativa, purtroppo, ammesso che ti interessi, sappi che nelle possibilità che mi offre il mio ruolo di Presidente, continuerò a sollevare i problemi, tanti, di cui il nostro calcio soffre. Non cambieranno, mai, il rispetto e l’affetto verso di te e l’amore per il gioco del calcio.

Alan Gasperoni

Il comunicato della FSGC

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