
Alla presentazione del libro "Germano De Biagi-una vita di corsa" c'erano, tra gli altri, gli ex San Marino Franco Bonavita, che coi biancazzurri ha conseguito varie promozioni, e Danilo Coppola, centrocampista per tre stagioni durante la gestione dello storico patron.
"A Germano devo tantissimo - dice Bonavita - però voleva sempre vincere, non c'era niente da fare. Se pareggiavi una volta ti mangiava vivo, hai capito? Aver conosciuto Germano è stata una fortuna. E prima di Germano, Alfio Pelliccioni, perché se non c'era Alfio io allenavo ancora il Castrocaro, o il Lugo oppure quelle squadrette lì. È arrivato un giorno Alfio, che io non conoscevo, e ha detto «Ma te sei così matto come dicono?» Ho detto «No, matto non sono, vinco abbastanza, però per vincere ogni tanto faccio qualcosa che non è nelle corde». «Ma vinci» mi dice Alfio. Dico «Beh, abbastanza». Infatti abbiamo vinto. La seconda volta mi avevano preso non dico per salvare il San Marino, ma eravamo lontanissimi dai primi posti, le abbiamo vinte tutte e abbiamo vinto il campionato e siamo andati in Serie C. Eravamo molto indietro, avevamo un ritardo di 9-10 punti dalle prime. Abbiamo fatto una rincorsa clamorosa e all'ultima partita abbiamo vinto. Mi emoziono ancora, non è mica facile ricordare quel giorno lì, perché il San Marino ce l'ho nel cuore".
"Certamente, quel San Marino e il San Marino attuale sono due pianeti completamente diversi - osserva Coppola - prima c'era una società molto solida che incentivava anche i calciatori di categorie superiori a venire a sposare il progetto. Secondo me sono talmente distanti le due realtà che non possono nemmeno essere paragonate. Come vedo il San Marino attuale? Certamente in grossa difficoltà. Spero che riesca a salvarsi per salvare il titolo sportivo e magari ricominciare, ponendo delle basi molto diverse da quelle di quest'anno".