Svezia-San Marino: un tris che non fa male

Nata sotto la cattiva stella delle tante assenze forzate, l'impari sfida dell'Under 21 sammarinese alla Svezia campione d'Europa – alla prima davanti al suo pubblico dalla notte di Praga – si è rivelata essere l'ennesimo acuto di una squadra di uomini, capaci di soffrire e farlo insieme, egregiamente.
Il dettame tattico di Papini era chiaro e preciso: compattezza in mezzo, evitare le imbucate centrali e spingere la Svezia a snaturare la propria attitudine a giocare in verticale costringendoli ad attaccare dalle corsie.
Quella di destra è arata da Zeneli, il cui moto perpetuo costringe D'Addario e Tomassini agli straordinari. Su una sua iniziativa arriva il vantaggio svedese: Olsson – uno dei pochi reduci del gruppo campione d'Europa – è il più lesto a piombarsi sulla sfera e dal dischetto fa secco Manzaroli.
Ti aspetti il crollo verticale e invece i biancazzurrini sfiorano il clamoroso pareggio: Muraccini prova ad entrare nella storia col gol del momentaneo 1-1 che rimarrà un grosso “se” per colpa del montante destro che evita la figuraccia a Cajtoft, poi la Svezia si salva in angolo. Dallo stesso Zafferani controlla di guanto, poi il mancino è impreciso.
Sullo Strandvallen di Sölvesborg si abbatte un grande acquazzone, il biliardo svedese non ne risente e gli uomini di Ericson sfiorano il raddoppio prima dell'ingresso negli spogliatoi con Gustafson che sfrutta il lavoro di Engvall per calciare a botta sicura: Grandoni è nel posto giusto al momento giusto e salva un gol fatto.
La pressione svedese è travolgente anche nella ripresa, dove i biancazzurrini si confermano ben messi in campo e consci del piano tattico di mister Papini, tanto che il raddoppio – a più riprese sventato da un Manzaroli formato gigante – arriva solo al 70', per giunta su palla inattiva: il quindicesimo angolo è quello buono per gli svedesi, che esultano sul terzo tempo di Tankovic.
Prima della fine c'è tempo anche per il tris scandinavo, a firma di Mrabti: bel movimento al limite dell'area e mancino fulminante all'angolino. La Svezia vince, ma non stravince: la pioggia di gol annunciata dai media locali è solo pioggia. Tanta, ma nulla più di acqua.
Ad affiorare – piuttosto – è l'orgoglio e la compattezza di un gruppo che ha dimostrato come lo 0-0 di Haapsalu non sia stato un caso: una squadra a tutti gli effetti, guidata dall'acume tattico di Mirco Papini, ancora una volta perfetto nella lettura della sfida.
Non sarà un risultato da record, ma uscire a testa alta – per quanto in emergenza – dallo stadio dei campioni d'Europa è forse una consacrazione maggiore di un successo con l'Estonia. Cosa che – per inciso – è il prossimo obiettivo.

da Sölvesborg,
Luca Pelliccioni

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