Non ci sono parole. Fernando Alonso vince a Valencia realizzando forse il più grande capolavoro della sua carriera. L’asturiano ha messo tutti in fila partendo dall’11esima posizione. La classe è classe ma spesso non basta se non sei assistito dalla buona sorte. Che in Spagna si è letteralmente invaghita del mitico Fernando. Prima sotto forma di Safety Car che ha fermato la fuga di Vettel e Grosjean. Poi stoppando i due per guai al motore. Questo però non deve togliere alcun merito al ferrarista che è stato perfetto nella guida e nei sorpassi. Il successo riporta Alonso in testa al mondiale, risultato impensabile dopo i primi gran premi disputati con una vettura che pareva più un camion che una formula uno e con il team che fatica, succede anche attualmente, a leggere il comportamento delle gomme. Sul podio lo spagnolo si è trovato così Raikkonen e Schumacher (il tedesco diventa il più anziano a chiudere nelle "top 3" dai tempi di Jack Brabham negli anni '70), due ex campioni del mondo proprio con la rossa. Che sia una premonizione per il verdetto finale del mondiale? Non è da escludere per una serie di ragioni. In primis: Alonso è l’unico pilota del Circus ad essere andato finora sempre a punti e ad aver vinto due Gran Premi. Secondo: i rivali più accreditati vengono colpiti spesso da ‘malasuerte’. Come Hamilton. Un errore al cambio gomme e l’urto con Maldonado nel finale lo hanno messo fuori gioco. Ha disputato una gara intelligente Mark Webber. Dal 19° di partenza, ha concluso al quarto posto ed ora è secondo nella classifica mondiale. E Massa? Il secondo pilota di Maranello, considerati i risultati, pare guidi un'altra macchina, non una Ferrari. In Spagna il brasiliano ha rovinato tutto in un incontro ravvicinato con Kobayashi, poi punito, non riuscendo a concludere la corsa. Ma in pochi se ne sono accorti. (Foto ANSA)
Piero Arcide
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