È sempre più il Mondiale di Fernando Alonso. L’asturiano ferrarista dimostra una volta di più tutto il suo talento, che in un mondiale fatto di vetture più o meno sullo stesso livello, è ancora la discriminante principale.
Vola a quota 154 in classifica generale il pilota di Oviedo, precedendo al traguardo l’attesissimo Vettel, che ad Hockenheim è un po’ come Valentino al Mugello. Ma non basta, Alonso parte benissimo e difende senza problemi la prima posizione conquistata in pole. Lo spagnolo della Ferrari ha tenuto a bada Vettel (Red Bull) e Button (McLaren), giunti nell'ordine sul podio dopo un lungo pressing. A fine gara, però, Vettel è stato retrocesso in quinta piazza, per il sorpasso irregolare sulla McLaren all'ultimo giro. Quindi Raikkonen è 3° davanti a Kobayashi.
Sempre peggio Felipe Massa che chiude alla voce dodicesimo, dimostrando che non sempre si può addossare la colpa alle prestazioni della monoposto. Certo la fortuna sembra avergli voltato le spalle, ma qualche responsabilità del brasiliano è evidente.
La F2012 si è infatti dimostrata altamente competitiva dopo qualche giro sottotono in avvio di stagione, permettendo poi ad Alonso di trasformarla nella vettura da battere.
Sembrano lontani i tempi in cui le Red Bull sembravano siluri impazziti impossibili da imbrigliare. Ora la lingua del Mondiale è tornata ad essere lo spagnolo.
Luca Pelliccioni
Vola a quota 154 in classifica generale il pilota di Oviedo, precedendo al traguardo l’attesissimo Vettel, che ad Hockenheim è un po’ come Valentino al Mugello. Ma non basta, Alonso parte benissimo e difende senza problemi la prima posizione conquistata in pole. Lo spagnolo della Ferrari ha tenuto a bada Vettel (Red Bull) e Button (McLaren), giunti nell'ordine sul podio dopo un lungo pressing. A fine gara, però, Vettel è stato retrocesso in quinta piazza, per il sorpasso irregolare sulla McLaren all'ultimo giro. Quindi Raikkonen è 3° davanti a Kobayashi.
Sempre peggio Felipe Massa che chiude alla voce dodicesimo, dimostrando che non sempre si può addossare la colpa alle prestazioni della monoposto. Certo la fortuna sembra avergli voltato le spalle, ma qualche responsabilità del brasiliano è evidente.
La F2012 si è infatti dimostrata altamente competitiva dopo qualche giro sottotono in avvio di stagione, permettendo poi ad Alonso di trasformarla nella vettura da battere.
Sembrano lontani i tempi in cui le Red Bull sembravano siluri impazziti impossibili da imbrigliare. Ora la lingua del Mondiale è tornata ad essere lo spagnolo.
Luca Pelliccioni
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