Paralimpiadi al via a Sochi: già un caso di doping azzurro

Con l'accensione del braciere di Sochi, alle 17:00 ora italiana e in diretta Rai, sono iniziati gli XI Giochi Paralimpici invernali nel distretto russo di Adler. Cerimonia in pompa magna: grandiosa, sfarzosa, costosa. La più costosa in termini economici nella storia delle Paralimpiadi della neve. Un fiume di 4000 volontari e comparse, acrobati e ballerini.
E nonostante le basse temperature siano la costante di questo genere di eventi, una notizia arrivata in mattinata ha gelato il sangue anche per chi vive qualche fuso orario più ad Occidente: il primo caso di doping arriva a bocce ferme, ancor prima di partire; e il protagonista negativo è italiano: Igor Stella, nazionale azzurro di ice sledge hockey, positivo ad un cortisonico contenuto in una crema che – dice – ha utilizzato per curare delle ferite da decubito. Per il momento è stato sospeso, in attesa di un procedimento ufficiale che non tarderà oltre le 48 ore.
Il volto bello dell'Italia nel portabandiera: capitano e portiere proprio della nazionale di ice sledge hockey. Andrea Chiarotti porta con orgoglio il vessillo italiano, mostrandolo al pubblico – al solito – numerosissimo.
Chiarotti è il primo dei 33 gli atleti italiani che rappresenteranno il bel paese alle Paralimpiadi. Curiosamente saranno solo quattro le donne al seguito: tra loro non manca Francesca Porcellato, oro a Vancouver. Primo atleta azzurro in competizione è Melania Corradini, che domattina alle 7.00 concorrerà per il podio nella discesa libera femminile standing.
Saranno anche le Olimpiadi del dissenso: più o meno condivisibile – ma di certo appurata – la manifestazione ucraina che ieri ha caratterizzato la vigilia delle Paralimpiadi. La situazione a Kiev non è delle migliori – procedendo eufemisticamente – ma boicottare, come nelle loro intenzioni, quest'evento, è un colpo al movimento paralimpico e non certo una scossa politica.

LP

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