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Usot: "Un inverno complicato"

7 ott 2022
Usot: "Un inverno complicato"

Non ci sono solo l’energia elettrica e il gas a pesare sui conti degli albergatori, dei ristoratori e dei pubblici esercizi, come se non bastasse, assistiamo ad un iperbolico aumento del prezzo dei prodotti alimentari che, in alcuni casi, sono triplicati. Da qui la necessità di aumentare i prezzi con l’attenzione a non esagerare e a non deprimere la domanda che sta mostrando evidenti segni di flessione. Gli aumenti devono tener conto della situazione economica e sociale generale. Il potere di spesa delle famiglie è in contrazione e gli aumenti dei prezzi non possono essere eccessivi per non correre il rischio di finire fuori mercato. In questo contesto il Governo non può restare immobile. Deve essere una priorità trovare soluzioni che intervengano a sostegno degli operatori visto l’inevitabile ulteriore aumento del costo per l’approvvigionamento energetico. Le super bollette di luce e gas limano tutti i margini degli Hotel, dei Ristoranti e dei Bar e per assurdo rendono, in alcuni casi, economicamente più conveniente rimanere chiusi. Questa scelta, drammatica sia per le imprese che per i dipendenti, è già stata decisa dagli albergatori friulani e del Salento mentre altri stanno pensando di imboccare questa via. Di certo non si può chiedere alle aziende di lavorare in perdita e la Politica deve mettersi al tavolo con Associazioni Datoriali ed Organizzazioni Sindacali per valutare scelte ed interventi urgentissimi. Abbiamo più volte, in questi mesi, richiesto al Governo ed alla Maggioranza di Governo incontri per affrontare tempestivamente le gravi problematiche di cui sopra ma non abbiamo mai avuto alcun riscontro, di nessun tipo, alle nostre richieste. Siamo consapevoli che, come già successo per la pandemia da COVID-19, le risorse a disposizione sono limitate (nonostante il ricorso al debito pubblico finito tutto nella spesa corrente e nulla in sviluppo) ma non è accettabile in questa gravissima congiuntura economica riproporre interventi eufemisticamente marginali come quelli contenuti nel c.d. Decreto Ristori del 2021 (Decreto Delegato n° 60 del 2021). Lo strumento del credito di imposta può essere un punto di confronto da cui partire. Non fornisce liquidità alle aziende ma per poter essere efficace lo si deve poter utilizzare anche, ad esempio, per il pagamento dei contributi dei dipendenti. In Italia è stato largamente utilizzato nel periodo Covid e poteva essere addirittura ceduto a terzi per avere in cambio liquidità e, sempre lo strumento del credito di imposta, è la novità principale del “Piano Transizione 4.0” italiano che prevede, fra le altre cose, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, il credito d’imposta per ricerca, sviluppo, innovazione e design ed il credito d’imposta formazione. Il fenomeno inflattivo pesa, tanto, sui conti delle aziende e nelle tasche dei lavoratori, ma la risposta all’alta inflazione consistente con l’elargire nuove somme di denaro non può e non deve essere la sola risposta. Il mondo delle imprese sa che un aumento dei salari è inevitabile ma va legato alla crescita della produttività ed è necessario che il Governo intervenga detassando, anche per un periodo limitato di tempo, gli incrementi in busta paga che potrebbero esserci con il rinnovo del Contratto Collettivo. Serve un taglio del cuneo fiscale affinché vengano tolte meno risorse alle aziende che possono, quindi, destinarle ad innovare ed alla formazione ed ai lavoratori che avrebbero più soldi in tasca e più potere d’acquisto. Non si può pensare di tenere fermi i salari di fronte ad una inflazione crescente ma si deve evitare di finire in “stagflazione” (aumento generale dei prezzi (inflazione) e mancanza di crescita dell'economia in termini reali (stagnazione economica) ed è determinante capire quanto di questi rialzi sia strutturale e quanto invece frutto di speculazione. L’idea di una copertura totale dei costi dell’inflazione è del tutto illusoria. Ingannevole prometterlo. Benché non sia un rialzo dell’inflazione dovuto ad una crisi di domanda, ma un’inflazione che nasce da shock di offerta, la Banca Centrale Europea sta progressivamente aumentando i Tassi di Interesse. Questo aumento incide inevitabilmente sul tasso di interesse relativo ai depositi delle banche presso le banche centrali dell'Eurosistema che è passato da 0% a 0,75%, un livello ben lontano dai valori a cui ci siamo abituati negli ultimi anni (dal giugno del 2014 al luglio scorso il tasso sui depositi della BCE è stato negativo). Si tratta di un tasso importante perché è quello che attualmente influenza i tassi ai quali consumatori e imprese possono ottenere prestiti dalle banche. Gli aumenti dei tassi di interesse hanno effetti negativi sulla spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese. I nuovi aumenti dei tassi, quindi, tenderebbero a frenare una crescita economica già fragile. Situazione ancor più grave a San Marino dove già prima gli Istituti Bancari e Finanziari applicavano tassi di interesse a mutui e finanziamenti esageratamente più alti rispetto alla vicina Italia rendendo eccessivamente oneroso se non insostenibile, per una azienda, ricorrere al credito. Il Governo non può non intervenire a sostegno delle imprese, prorogando la scadenza dell’intervento sulla sospensione del pagamento della quota capitale afferente a mutui ipotecari o chirografari ovvero altre tipologie di finanziamenti bancari prevista per il 30 marzo 2023 ed anzi, prevedendo un intervento ulteriore che possa alleggerire l’ormai insostenibile peso dei finanziamenti. Gli Istituti Bancari e Finanziari soccorsi a più e più riprese negli ultimi 10 anni dall’Economia Reale devono sentirsi moralmente obbligati a tendere una mano alle aziende ed a restituire quanto hanno ricevuto, consapevoli del fatto che se anche dovessero aiutare molto sarebbe comunque molto molto meno di quanto hanno ricevuto e continuano a ricevere. Vogliamo sensibilizzare, anche se non dovrebbe essere necessario, il Governo, la Maggioranza di Governo e la Politica tutta ad affrontare con urgenza questa difficile situazione che, con l’avvicinarsi della stagione fredda, non può che aggravarsi. Rinnoviamo, nuovamente, la richiesta di incontro al Congresso di Stato affinché ci si possa sedere immediatamente ad un tavolo e discutere di quei provvedimenti di sostegno di cui non è possibile fare a meno.

c.s. Usot




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