Come il Tar del Veneto anche il Tar dell'Emilia-Romagna ha annullato il foglio di via firmato dal questore di Rimini, Maurizio Improta, lo scorso 27 giugno nei confronti di una prostituta romena. Quella depositata ieri è la prima sentenza del Tar di Bologna, su uno dei numerosi provvedimenti di prevenzione adottati dalla questura riminese in via amministrativa contro ragazze sorprese a prostituirsi in strada. Almeno 15 i fogli di via impugnati dall'avvocato Massimiliano Orrù, difensore della rumena, lucciola sul lungomare riminese, che ieri si è visto accogliere la tesi secondo cui il provvedimento è da ritenersi illegittimo. Insomma, la giovane prostituta potrà tornare liberamente al posto di lavoro nel comune di Rimini. Secondo il Tar dell'Emilia Romagna - ha spiegato il difensore - l'esercizio della prostituzione non rappresenta una fenomeno di pericolosità e il provvedimento del questore di Rimini non indicavano elementi specifici da cui poter desumere la pericolosità della ragazza. Non solo, il Tar ha anche condannato lo Stato a risarcire con 750 euro le spese per il ricorso. Fino ad ieri, prima di questa sentenza, in regione la questione veniva affrontata da un punto di vista penale, perché l'inosservanza del foglio di via diventava un reato. Fino al gennaio del 2015, i procedimenti penali impugnati in Appello venivano decisi in favore delle ragazze con assoluzioni, poi l'orientamento della corte è cambiato e le questure hanno ripreso ad adottare la misura del foglio di via. Il 18 dicembre si è tenuta la prima udienza davanti al Tar di Bologna per la lucciola riminese che oggi si è vista annullare in suo favore il provvedimento.
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