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Israele: l’attacco all'Iran “è al centro dei preparativi dell'Esercito”

18 lug 2022

Il bilancio del viaggio del Presidente americano in Medio Oriente è risultato essere meno rilevante di quanto l’Amministrazione Biden sperasse. Con un piccolo sgarbo nei confronti del Presidente, l’Arabia Saudita ha subito negato che l’apertura dello spazio aereo ai voli da Israele abbia nulla a che vedere con la normalizzazione dei rapporti con lo Stato ebraico. Forse però ha qualche nesso con l’accordo su due isole nel Mar Rosso, appartenenti all'Egitto ma vendute ai sauditi, e sulla cui transazione Israele deve dare il consenso in base al trattato di pace con l'Egitto. Riyad non ha neanche preso in considerazione l’idea di far parte della rete di difesa aerea congiunta fra Israele e i vicini arabi. E rispondendo a Biden sul rispetto dei diritti umani per l’omicidio del giornalista Khashoggi, il Principe saudita Bin Salman ha rispedito le accuse al mittente, esortandolo a considerare i torti in casa propria.

L’Arabia Saudita ha inoltre raddoppiato le importazioni di olio combustibile dalla Russia, anche se la manovra è esclusivamente economica per consentire a Riyad di esportare di più il suo petrolio, che ha un prezzo superiore all’olio russo. Una tattica che però aggira le sanzioni contro Mosca. Anche Gerusalemme non ha ostentato il solito riguardo con l’alleato: il Consigliere per la Sicurezza nazionale ha affermato che “Israele non teme di dissentire con gli Stati Uniti sull'Iran” e che “agirà come riterrà più opportuno”. Soprattutto dopo la dichiarazione di ieri, in cui il presidente del Consiglio strategico del Leader supremo Khamenei ha annunciato alla Tv Al-Jazeera che Teheran è ora in grado di produrre bombe atomiche. Così oggi il Capo delle Forze armate israeliane ha comunicato che un attacco all'Iran “è al centro dei preparativi dell'Esercito”. E mentre è stato abbattuto l’ennesimo drone di Hezbollah che si avvicinava a un giacimento di gas israeliano, domani arriveranno a Teheran il Presidente russo Putin, quello turco Erdogan e il ministro degli Esteri siriano. Un incontro per ridisegnare le strategie e le alleanze in un Medio Oriente sempre più irrequieto.

Massimo Caviglia





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