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Ucraina: ad Astana Putin e Erdogan parlano di gas, non di ipotesi negoziali

C'era grande attesa per l'incontro fra i due leader in Kazakistan. Sui vari fronti, intanto, situazione pressoché invariata; mentre proseguono bombardamenti e raid missilistici

13 ott 2022
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E' durato circa un'ora e mezza il colloquio tra gli “uomini forti” di Mosca e Ankara. Risultato deludente, viste le aspettative della vigilia, quantomeno per chi spera ancora in una soluzione diplomatica del conflitto. Perché di questo non si è parlato. Da Putin, piuttosto, una proposta allettante per Erdogan: costruire un'altra pipeline e fare della Turchia un hub gasiero. Leva geopolitica formidabile, poiché in grado di incidere sul problema numero 1 di questi tempi: il prezzo del gas. Eloquente il commento del Presidente turco: alcuni Paesi saranno preoccupati da questi passi comuni, ma “siamo determinati”. Per il resto Russia sempre più isolata, si direbbe, stando ai numeri – ricordati oggi da Biden - della risoluzione ONU di condanna alle annessioni. Ma “pesi massimi” come Cina e India hanno optato per l'astensione. Così come altri Paesi presenti al vertice di Astana. Da qui l'enfasi di Putin sul ruolo dell'Asia, in quella che definisce la transizione verso un mondo multipolare. Di segno opposto la scelta di campo delle Istituzioni UE, con l'annuncio di nuove forniture militari a Kiev; e senza compromessi la postura della NATO. A breve un'esercitazione nucleare definita di routine; e la cui cancellazione – ha detto Stoltenberg - avrebbe mandato un “messaggio sbagliato” a Mosca. Ha anche parlato di circostanze “estremamente remote” di utilizzo di tali armi da parte dell'Alleanza. I cui ministri della Difesa, riuniti a Bruxelles, hanno firmato una lettera d'intenti per lo sviluppo di un sistema europeo di difesa aerea e missilistica. E ciò dopo gli strike russi di ritorsione, per l'attacco al ponte di Kerch. Kiev denuncia oggi nuovi raid nell'ovest del Paese; Mosca segnala invece bombardamenti su Belgorod. Mentre le autorità delle aree occupate di Kherson sollecitano l'evacuazione dei civili, a causa – è stato detto – dei quotidiani attacchi missilistici ucraini. Quanto alle operazioni di terra, si registrano poche variazioni; al netto dei rumors su una prossima offensiva ucraina nella oblast di Zaporizhzhia. L'unica direttrice nella quale si sono registrate piccole avanzate russe è quella di Bakhmut, nel Donestk. Evidente il tentativo di Mosca di stabilizzare i fronti, in attesa della stagione fredda e dell'effettivo dispiegamento dei riservisti mobilitati. Nel frattempo l'azione militare continua, ha sottolineato il portavoce di Putin; dichiarando al contempo come la Russia sia “aperta al dialogo”. Ma “per raggiungere i suoi scopi - ha precisato - che non sono cambiati”.





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