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Ucraina: AIEA chiede accesso più ampio alla centrale nucleare di Zaporizhzhia

Tensione alle stelle intorno all'infrastruttura. Kiev sollecita un'iniziativa internazionale. Ancora scambi di accuse con Mosca

5 lug 2023
centrale nucleare di Zaporizhzhia

Uno scarico anticipato di responsabilità qualora la situazione dovesse davvero precipitare. Suscita angoscia l'analisi della retorica dei belligeranti, riguardo la più grande centrale nucleare d'Europa. In mano ai russi dalle prime fasi dell'invasione, ed oggi teoricamente contendibile, visto l'abbassamento del livello del Dnepr, conseguente alla distruzione della diga di Kakhovka. Precedente inquietante; anche in quel caso scambi di accuse preventivi, prima della catastrofe: tuttora avvolta dalla nebbia di guerra. Medesime dinamiche, ora. Nuovamente diffuse in Ucraina indicazioni su come comportarsi in caso di incidente nucleare; mentre da parte di Mosca si era paventato ieri un attacco false flag nella notte, con munizioni sporche”. Tensioni prossime al parossismo. Il Ministero della Difesa di Kiev sostiene come la Russia possa ricorrere ad atti terroristici per “ribaltare le sorti della guerra”. Da registrare però la prudenza delle cancellerie occidentali.

Giorni fa la Casa Bianca aveva anzi sottolineato come non vi fosse indicazione di minacce imminenti. Un messaggio, forse. L'Aiea dal canto suo ha chiesto un accesso più ampio alla centrale “per confermare l'assenza di mine o esplosivi”. Sta a Mosca, ora, dare il via libera: necessario per individuare il discrimine tra realtà e propaganda. Quanto alla situazione sul campo gli ucraini rivendicano successi tattici sul fronte di Bakhmut e altrove. Ma varie fonti concordano sulla lentezza – fino ad ora - dell'incedere della controffensiva; con ripetuti attacchi ad aree minate e pesantemente fortificate. Possibili allora mosse a sorpresa in vista del vertice NATO di Vilnius. Kiev chiede ai membri dell'Alleanza una decisione politica sull'adesione. Mentre cresce ogni giorno il numero delle vittime, anche a centinaia di chilometri di distanza dalla linea del fuoco.

Questa mattina, a Rimini, una donna ucraina ha ricevuto la notizia della morte della figlia – capitano della Polizia – nel corso di uno strike russo su Kiev. Dopo la telefonata la donna ha accusato un malore. Dagli agenti della Municipale le manovre di primo soccorso, che hanno consentito di salvarle la vita; prima del trasporto in Ospedale.





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