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Ungheria, la Coppa va all'Honved di Lanzafame

I rossoneri si impongono 2-1 sul Mezokovesd.

4 giu 2020

In Ungheria i pieni poteri a Orban restano – nonostante una revoca annunciata, ma già slittata – ma al contempo si allentano le restrizioni e il calcio prova a tornare alla normalità. Un po' come la Honved, che in questi anni si sta riprendendo i vertici del calcio magiaro e fa sua la Coppa nazionale per l'ottava volta. Il 2-1 sul Mezokovesd arriva in una Puskas Arena mezza vuota o mezza piena, a seconda che si soffermi sulla capienza (quasi 70mila posti) o sul fatto che 10mila persone alle stadio, nei giorni del coronavirus, siano qualcosa di quasi utopico. Abbracci sul campo e tifosi ammassati e smascherati sugli spalti, uno scenario quasi impensabile fino a poco tempo fa e al quale in Italia, per ora, si inizia solo timidamente a considerare in vista dell'autunno.

Sul campo il via lo dà il Mezo, con Berecz che incrocia in libertà dal lato destro dell'area senza inquadrare. Sull'altro fronte è egualmente imprecisa, ma molto più fortunata, la svirgolata mancina di Kamber sull'angolo di Ugrai: Lovric alza il gomito e ubriaca Nesterov, che si vede sbattere il pallone sulla coscia per l'autorete del vantaggio Honved. Neutralizzato, al 37°, dalla poca prontezza di riflessi di Tujvel: la punizione di Pekar arriva da lontano e non pare irresistibile, i guanti del portiere rossonero però paiono d'altro avviso e si piegano al pari. E sempre da piazzato arriva anche il gol vittoria: ancora Ugrai – di punizione – e ancora Kamber, stavolta impeccabile nell'insaccare di testa il pallone vagante. Dopo due campionati, l'Ungheria regala quindi un terzo titolo all'ex juventino Davide Lanzafame, titolare e sostituito all'85°. Al suo posto George, che fa in tempo a mangiarsene due: prima non capitalizza la folle uscita di Szappanos mancando la porta sguarnita dalla distanza, poi, alle soglie del 100°, s'invola in solitaria da centrocampo, arriva davanti al portiere e, ancora una volta, pecca totalmente di mira.


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