Cosa succede ad un’azienda quando le viene sospesa la licenza perché risulta inadempiente agli obblighi stabiliti dalle leggi?
Ce lo racconta la risposta all’interrogazione depositata da RETE sulla questione Lavanderia Sammarinese, ricca di documenti allegati che permettono un ampio approfondimento.
La Lavanderia Sammarinese ha operato per anni grazie a proroghe temporanee direttamente concesse dal Congresso di Stato.
Breve cronistoria:
a marzo 2014 la Lavanderia è stata segnalata all’autorità giudiziaria per scarichi abusivi senza autorizzazione
il Congresso di Stato, con la delibera n. 17 del 19 maggio 2014, ha fissato un termine perentorio entro il quale l’azienda avrebbe dovuto mettersi in regola con gli impianti di depurazione delle acque, pena la decadenza della licenza;
il 18 settembre 2014, dopo la conferma da parte dell’Ispettorato di Controllo della mancata realizzazione dell’impianto di depurazione, l’Ufficio Industria sospende la licenza a Lavanderia Sammarinese.
In teoria, la sospensione dovrebbe bloccare l’ordinaria attività dell’azienda, invece un controllo della Gendarmeria a gennaio 2015 conferma che lì si continua a stirare, lavare, trasportare come nulla fosse, in strutture definite “fatiscenti” e “costruite in parte su suolo demaniale” come “tendoni di plastica che in caso di incendio potrebbero provocare la morte di persone”. L’Ispettorato di controllo sul Territorio ci fa sapere anche dell’esistenza di “locali non presenti nelle concessioni edilizie” effettuando le dovute denunce e rilievi.
Evidentemente rilievi caduti nel vuoto: come quello della Gendarmeria che segnala come la ditta “ha sempre operato scaricando direttamente senza alcun depuratore, liquami e residui di lavaggio fortemente inquinanti anche nel Torrente di San Marino, come già accertato”.
Ma ecco che inspiegabilmente a ottobre 2014, in piena sospensione della licenza, il Collegio Tecnico del CTA (Commissione Tutela Ambiente, una Commissione che tra gli scopi ha quello della tutela delle acque e dell’ambiente), rilascia a Lavanderia Sammarinese l’autorizzazione per immettere i suoi scarichi tranquillamente nelle reti fognarie fino a fine 2015, premiando così anni e anni di inadempienze alle regole di tutela dell’ambiente accertate con denunce da parte delle autorità competenti. Sempre il CTA permette persino di andare in deroga alle leggi per alcuni valori, scavalcando completamente il regime sanzionatorio per chi emette scarichi illegali.
Nonostante gli abusi accertati da anni, veniamo a sapere non solo che il carattere perentorio sulla decadenza della licenza stabilita dal Congresso non è rispettato, ma addirittura che viene concessa alla Lavanderia Sammarinese, in data 10 marzo 2015, una licenza nuova di zecca, grazie alla nuova legge sulle licenze che stabilisce che i controlli debbano essere “ex-post”. Ma non abbiamo bisogno di aspettare per sapere quali abusi (ambientali, edilizi, lavorativi) si sono susseguiti, e sono stati accertati, in tutto questo tempo!
Gravissimo anche quanto riferito dalla Gendarmeria che nel suo report illustra come, durante i controlli, il titolare dell’azienda Belluzzi Giancarlo “inveiva contro lo scrivente, dicendogli che prima di fare questi controlli lui andava avvertito, avendo preso accordi con ‘I politici’”.
Ma non finisce qui. L’AASS ci fa sapere che già dal 2013 la Lavanderia ha un drastico calo dei consumi di acqua. Una lavanderia che lava senza acqua? È evidente, e la stessa AASS conferma questa supposizione, “che la Lavanderia si avvalga di prelievi da fonti esterne all’acquedotto” evitando cosi di pagare all’Azienda le dovute tariffe. Insomma anche l’approvvigionamento è farlocco, e l’AASS conferma che questo ha un ulteriore costo per l’Azienda. Oltre ai mancati introiti statali per centinaia di migliaia di euro l’anno, lo Stato paga una penale annuale di 30.000 euro ad Hera. In realtà AASS potrebbe rivalersi sulla ditta: non solo non lo fa, ma si mostra disponibile a sanare la situazione. La Lavanderia ha infatti richiesto, pochi giorni dopo aver ottenuto la nuova licenza, l’autorizzazione a prelevare acqua senza passare dall’AASS (cosa che pare stia già facendo da anni) e sembra proprio che l’AASS sia favorevole!
Ci si dirà che la Lavanderia dà lavoro a tanta gente, ma forse con tutto quello che lo Stato paga a causa di queste aziende inquinanti, non converrebbe garantire degli stipendi direttamente ai lavoratori?
L’atteggiamento “accondiscendente” dimostrato dal Congresso e altri enti nei confronti di Lavanderia Sammarinese non viene riservato a tutte le ditte sammarinesi, le stesse che magari per essere in regola con tasse, sicurezza, impianti e strutture sono costrette a licenziare se non a chiudere la propria attività.
Chissà, forse è perché loro non hanno accordi con “I politici”.
Ce lo racconta la risposta all’interrogazione depositata da RETE sulla questione Lavanderia Sammarinese, ricca di documenti allegati che permettono un ampio approfondimento.
La Lavanderia Sammarinese ha operato per anni grazie a proroghe temporanee direttamente concesse dal Congresso di Stato.
Breve cronistoria:
a marzo 2014 la Lavanderia è stata segnalata all’autorità giudiziaria per scarichi abusivi senza autorizzazione
il Congresso di Stato, con la delibera n. 17 del 19 maggio 2014, ha fissato un termine perentorio entro il quale l’azienda avrebbe dovuto mettersi in regola con gli impianti di depurazione delle acque, pena la decadenza della licenza;
il 18 settembre 2014, dopo la conferma da parte dell’Ispettorato di Controllo della mancata realizzazione dell’impianto di depurazione, l’Ufficio Industria sospende la licenza a Lavanderia Sammarinese.
In teoria, la sospensione dovrebbe bloccare l’ordinaria attività dell’azienda, invece un controllo della Gendarmeria a gennaio 2015 conferma che lì si continua a stirare, lavare, trasportare come nulla fosse, in strutture definite “fatiscenti” e “costruite in parte su suolo demaniale” come “tendoni di plastica che in caso di incendio potrebbero provocare la morte di persone”. L’Ispettorato di controllo sul Territorio ci fa sapere anche dell’esistenza di “locali non presenti nelle concessioni edilizie” effettuando le dovute denunce e rilievi.
Evidentemente rilievi caduti nel vuoto: come quello della Gendarmeria che segnala come la ditta “ha sempre operato scaricando direttamente senza alcun depuratore, liquami e residui di lavaggio fortemente inquinanti anche nel Torrente di San Marino, come già accertato”.
Ma ecco che inspiegabilmente a ottobre 2014, in piena sospensione della licenza, il Collegio Tecnico del CTA (Commissione Tutela Ambiente, una Commissione che tra gli scopi ha quello della tutela delle acque e dell’ambiente), rilascia a Lavanderia Sammarinese l’autorizzazione per immettere i suoi scarichi tranquillamente nelle reti fognarie fino a fine 2015, premiando così anni e anni di inadempienze alle regole di tutela dell’ambiente accertate con denunce da parte delle autorità competenti. Sempre il CTA permette persino di andare in deroga alle leggi per alcuni valori, scavalcando completamente il regime sanzionatorio per chi emette scarichi illegali.
Nonostante gli abusi accertati da anni, veniamo a sapere non solo che il carattere perentorio sulla decadenza della licenza stabilita dal Congresso non è rispettato, ma addirittura che viene concessa alla Lavanderia Sammarinese, in data 10 marzo 2015, una licenza nuova di zecca, grazie alla nuova legge sulle licenze che stabilisce che i controlli debbano essere “ex-post”. Ma non abbiamo bisogno di aspettare per sapere quali abusi (ambientali, edilizi, lavorativi) si sono susseguiti, e sono stati accertati, in tutto questo tempo!
Gravissimo anche quanto riferito dalla Gendarmeria che nel suo report illustra come, durante i controlli, il titolare dell’azienda Belluzzi Giancarlo “inveiva contro lo scrivente, dicendogli che prima di fare questi controlli lui andava avvertito, avendo preso accordi con ‘I politici’”.
Ma non finisce qui. L’AASS ci fa sapere che già dal 2013 la Lavanderia ha un drastico calo dei consumi di acqua. Una lavanderia che lava senza acqua? È evidente, e la stessa AASS conferma questa supposizione, “che la Lavanderia si avvalga di prelievi da fonti esterne all’acquedotto” evitando cosi di pagare all’Azienda le dovute tariffe. Insomma anche l’approvvigionamento è farlocco, e l’AASS conferma che questo ha un ulteriore costo per l’Azienda. Oltre ai mancati introiti statali per centinaia di migliaia di euro l’anno, lo Stato paga una penale annuale di 30.000 euro ad Hera. In realtà AASS potrebbe rivalersi sulla ditta: non solo non lo fa, ma si mostra disponibile a sanare la situazione. La Lavanderia ha infatti richiesto, pochi giorni dopo aver ottenuto la nuova licenza, l’autorizzazione a prelevare acqua senza passare dall’AASS (cosa che pare stia già facendo da anni) e sembra proprio che l’AASS sia favorevole!
Ci si dirà che la Lavanderia dà lavoro a tanta gente, ma forse con tutto quello che lo Stato paga a causa di queste aziende inquinanti, non converrebbe garantire degli stipendi direttamente ai lavoratori?
L’atteggiamento “accondiscendente” dimostrato dal Congresso e altri enti nei confronti di Lavanderia Sammarinese non viene riservato a tutte le ditte sammarinesi, le stesse che magari per essere in regola con tasse, sicurezza, impianti e strutture sono costrette a licenziare se non a chiudere la propria attività.
Chissà, forse è perché loro non hanno accordi con “I politici”.
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