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Smac: un uso improprio rischia di penalizzare il commercio sammarinese

10 gen 2014
Smac: un uso improprio rischia di penalizzare il commercio sammarinese
Smac: un uso improprio rischia di penalizzare il commercio sammarinese
Un uso improprio della Smac rischia di far fallire quello che può rappresentare invece un volano per il commercio della Repubblica di San Marino. Lo ribadisce l'Unione Artigiani Sammarinesi, sottolineando le difficoltà applicative introdotte con la riforma fiscale e la Finanziaria sulla Smac Card. L'associazione presieduta da Loretta Menicucci ha già chiesto un incontro chiarificatore con i Segretari di Stato per le Finanze Claudio Felici, e per l'Industria Marco Arzilli. Con la riforma tributaria, la finanziaria ed il decreto n. 180, ricorda Unas, è stato introdotto l’utilizzo della SMaC quale certificatore di spesa per la rilevazione degli oneri deducibili, ad oggi pensato dal legislatore obbligatorio entro il 2014 per tutti gli operatori che vendono o prestano servizi verso privati. Il problema sollevato dagli artigiani è che la SMaC "se discutibilmente può sostituire uno scontrino, assolutamente non potrà sostituire una fattura".
La card semplifica la vita ai contribuenti sollevandoli dalla raccolta di piccoli documenti, di valore limitato come scontrini e ricevute. Ma, ribadisce Unas, "non può stravolgere la sostanza della fatturazione, obbligatoria ai fini fiscali, e legata anche alla garanzia del lavoro per la analitica descrizione delle opere e dei materiali utilizzati.” Altro aspetto critico è rappresentato dalla scontistica, che per gli artigiani è fissata al 2% a loro totale carico. Ai nuovi obblighi non devono accompagnarsi infatti nuovi costi, sostiene UNAS, rivendicando la discrezionalità nella scelta, ovvero l’introduzione di una SMaC neutra. "Uno Stato, sottolinea la nota, può imporre uno strumento di accertamento, ma non può imporre a un operatore di fare lo sconto al cliente generando costi per l’impresa".

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