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Consiglio Europeo informale: rinviata intesa su misure di contrasto a crisi energetica

Fra i temi sul tavolo del vertice di Praga l'ipotesi di un price cap comunitario. Da Washington, intanto, segnali di apertura ad una soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina

7 ott 2022

Non ci saranno decisioni oggi”, ha subito messo in chiaro von der Leyen, arrivando al Castello di Praga. Tutto rimandato al Consiglio Europeo di Bruxelles. A riprova di quanto sia complesso trovare intese, specie sull'ipotesi di un price cap comunitario; che “non dovrebbe trasformarsi in un embargo al gas della Russia”, sottolinea l'Austria. Mosaico di posizioni di forza, e fragilità, il Vecchio Continente. La Presidente della Commissione annuncia tuttavia sostegno agli acquisti comuni; mentre Macron si dice certo della futura attivazione di meccanismi di “solidarietà finanziaria” per l'energia. Ma “ogni intervento rivolto ai prezzi” - osserva Scholz - solleva “interrogativi sulla sicurezza dell'approvvigionamento”. Sembra confermarsi intanto un trend: la rinuncia, da parte delle massime Istituzioni europee, a farsi promotrici di negoziati di pace. E ciò nonostante l'impatto economico della guerra, e la consapevolezza della possibilità di un'escalation nucleare. Dopo il voto all'Europarlamento, la Presidente Metsola sollecita l'invio all'Ucraina di “armi pesanti e carri armati”. Raggiunto inoltre un accordo - sollecitato dall'Alto Rappresentante Borrell - sulla missione di addestramento delle forze di Kiev. Singolare come di fronte alla postura bellicosa dell'Europa, spiragli di dialogo vengano ora da Washington. Anche perché, come riconosciuto da Biden, vi è la minaccia di un “armageddon nucleare”; ed è importante capire “quale possa essere la via d'uscita di Putin”.

Significative le dichiarazioni del Segretario di Stato Blinken; gli Stati Uniti saranno “pronti” a risolvere la guerra attraverso la diplomazia, quando Mosca dimostrerà di essere “seriamente intenzionata” a percorrere questa strada. Fra le righe, forse, un messaggio anche a Kiev, che si somma a quelli dei giorni scorsi: dall'articolo del New York Times sull'omicidio di Darya Dugina, alle proposte negoziali di Elon Musk. Ma le Autorità ucraine, in piena hybris per le recenti avanzate, sembrano ignorare tali segnali. E ha fatto scalpore un intervento di Zelensky, nel quale avrebbe chiesto attacchi preventivi contro Mosca per impedirle di usare l'atomica. Dichiarazioni fraintese, tuttavia, per l'ufficio stampa di Zelensky. Si riferiva in realtà a sanzioni aggiuntive, è stato detto. Quanto alla situazione sul campo si registrano piccoli progressi russi verso Bakhmut. Ma l'iniziativa resta nelle mani di Kiev, che dopo la vigorosa offensiva su Kherson, starebbe preparando un'azione in profondità nella oblast di Zaporizhzhia. Crisi ucraina che sembra avere avuto un peso determinante nella scelta dei vincitori del Nobel per la Pace. Andato all'attivista bielorusso Ales Bialiatski – oppositore di Lukashenko -, e a due organizzazioni umanitarie: una russa e una ucraina.






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