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Lavrov: la situazione, soprattutto negli USA, “non può peggiorare ulteriormente”

Il Ministro commenta così la posizione di Washington riguardo un possibile dialogo con Putin. Ad Astana l'atteso incontro tra i Presidenti di Russia e Turchia

13 ott 2022

Da interpretare le ultimissime dichiarazioni di Lavrov. Alla domanda se la riluttanza di Biden a dialogare con Putin possa complicare la situazione a livello globale, il Ministro ha infatti ha risposto in modo spiazzante. “Niente affatto – ha detto -, perché la situazione, soprattutto negli Stati Uniti, è stata spinta a un punto in cui, a mio parere, non può peggiorare ulteriormente”. Ore caratterizzate per il resto da ripetuti segnali di apertura da parte di Mosca; e ciò – non a caso - dopo la risposta muscolare allo smacco dell'attacco al ponte di Kerch, con una serie di strike su infrastrutture militari e civili ucraine. Palese il tentativo di Mosca di riguadagnare potere negoziale, a fronte dei rovesci subiti sui campi di battaglia.

Occhi puntati, allora, sugli esiti dell'incontro tra i Presidenti di Russia e Turchia al summit di Astana, in Kazakistan. Dopo l'accordo sull'export del grano del luglio scorso, e gli scambi di prigionieri, Erdogan si conferma dunque unico mediatore credibile, in un momento di drammatica escalation. Grande attesa sulle proposte di Ankara per cercare una via diplomatica, riguardante quantomeno un cessate il fuoco. Anche perché si è ormai vicini al punto di non ritorno. Mosca ribadisce le proprie linee rosse: in primis le conseguenze di un'eventuale adesione di Kiev alla NATO, ovvero la terza guerra mondiale. Zelensky dal canto suo chiede nuove armi. “Ci aspettiamo passi importanti dall'Italia e dalla Francia” - ha tuonato - intervenendo all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; un riferimento ai sistemi di difesa aerea, considerati decisivi in questa fase.

Quanto alla situazione sul campo – elemento baricentrico di questa crisi – poche variazioni in questi giorni sui vari fronti. Le forze ucraine starebbero preparando una grande offensiva nella regione di Zaporizhzhia; forse per occupare la centrale nucleare di Energodar e tagliare il “corridoio” russo verso la Crimea. Si tratterebbe – se confermato - di una mossa molto ambiziosa, in grado di dare una svolta decisiva al conflitto. Le truppe di Mosca proseguono invece la propria lenta avanzata verso Bakhmut – nel Donetsk -, unico settore dove mantengono una certa iniziativa. Nessuna conferma indipendente, al momento, di diserzioni di massa delle nuove reclute; come riferito invece dalle autorità militari ucraine.





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