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Ucraina: battaglia decisiva a Mariupol. Drammatica la situazione umanitaria

Negli altri settori situazione di sostanziale stallo. Si attendono sviluppi sul fronte diplomatico

22 mar 2022

Sembra essersi definitivamente arrestata la forza propulsiva russa, nel settore di Kiev: cruciale da un punto di vista politico. Un'occupazione manu militari della Capitale - mai completamente accerchiata – pare un obiettivo fuori portata. Le truppe si starebbero allora trincerando, per resistere ad eventuali contrattacchi. A Kharkiv, invece, la tattica resta la medesima: un martellamento incessante di aviazione e artiglieria, per fiaccare il morale della resistenza ucraina. Avanzamenti modesti anche sul fronte del Donbass, quello già attivo dal 2014; ma qui le intenzioni di Mosca sono evidenti: bloccare un numero consistente di forze nemiche, per favorire sfondamenti in altri settori. È ciò che era avvenuto nelle prime fasi nel settore sud; ed è qui che negli ultimi giorni si sta giocando una partita decisiva. Al momento infatti l'unico obiettivo strategico, raggiungibile nel breve periodo dal Cremlino, è una definitiva conquista di Mariupol, da far poi pesare sul tavolo negoziale.




Da qui selvaggi combattimenti casa per casa; anche per l'accanita resistenza degli ultranazionalisti del Reggimento Azov. Una sorta di resa dei conti per le truppe separatiste: impegnate nei combattimenti insieme al contingente ceceno. Insostenibile la situazione, per i civili; anche perché gli scontri potrebbero protrarsi ancora per diverso tempo. A grandi linee pare questo il quadro; al netto dell'inevitabile propaganda di guerra. Più dinamico, invece, il fronte diplomatico; con repentini cambi di postura del Presidente ucraino. Zelensky è tornato a proporre un incontro con Putin – in “qualsiasi formato” -, dicendosi disposto a discutere dello statuto del Donbass e della Crimea. Richieste però “garanzie di sicurezza”, e la fine delle ostilità; oltre alla necessità di sottoporre a referendum un eventuale accordo di Pace. Condizione quest'ultima probabilmente irricevibile per Mosca. Che dal canto suo – tramite il viceministro agli Esteri – ha parlato di relazioni con gli Stati Uniti “sull'orlo di una rottura”; puntando il dito contro le forniture di armi a Kiev, e biasimando i commenti tranchant di Biden su Putin.





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