Chiuso il dibattito sull'Europa. Restano gli strascichi di quanto avvenuto in sede di votazioni

L’ordine del giorno presentato dal Psrs è stato bocciato con 33 voti contrari e 22 a favore. Quello della maggioranza invece ha avuto 37 sì e 17 no. Bocciata a ranghi compatti, 29 a 26 l’istanza d’Arengo sulla domanda di adesione della Repubblica all’Unione Europea. Il Psd ha dichiarato il voto favorevole a tutti e tre. In conferenza stampa i vertici spiegano la loro posizione. “Un vero partito riformista cerca di capitalizzare e raccogliere l’obiettivo che più si avvicina a quello principale”, dice Claudio Felici. “Non abbiamo tradito le aspettative”, gli fa eco Giuseppe Morganti. “Quello che ci interessa - conclude il presidente Denise Bronzetti - è che arrivino soluzioni tangibili alle problematiche del paese”. Per il Patto si apre una nuova stagione verso l’Europa, apprezzando un confronto che più delle volte è uscito dalla demagogia e si è basato su elementi concreti di valutazione e percorso. Dopo l’Europa le banche, in Aula il riferimento di Valentini e una premessa: “le cose vanno dette, ma senza ripercussioni negative per lo stesso sistema. I numeri della crisi sono noti. La raccolta bancaria, scesa a 8 miliardi e mezzo. La contrazione dei due terzi, della massa amministrata dalle finanziarie”. Le cause dovute all’adeguamento agli standard di trasparenza, le inchieste giudiziarie, i circuiti di tramitazione, lo scudo fiscale. Poi parla delle prospettive i due regolamenti per banche e finanziarie l’adozione del fondo garanzia per i depositanti e una sempre maggiore autonomia nel sistema di pagamenti europeo. La premessa di Valentini condiziona i primi interventi, solo proposte, da maggioranza e opposizione con qualche distinguo da Upr, Psrs e Su. Si lamenta l’assenza di un progetto di sviluppo. Passi verso la trasparenza non troppo convinti. La richiesta di informazioni sull’aumento di capitale di Carisp. Nel video l'intervista a Giuseppe Morganti

Giovanna Bartolucci