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Congresso PDCS: si prosegue con modifiche allo Statuto e dibattito

4 mar 2017
i candidati Teodoro Lonfernini e Giancarlo Venturini
i candidati Teodoro Lonfernini e Giancarlo Venturini
Il Congresso entrerà nel vivo nel pomeriggio, con l'intervento dei delegati. Sarebbero 40 gli iscritti a parlare, contro i 60 della volta precedente. I lavori sono ripresi in mattinata, sospesi poco dopo per il funerale del pilota di Rally Alessandro Marchetti. Il programma ha quindi subito modifiche, con l'anticipazione rispetto al dibattito dell'esame delle proposte di modifica allo Statuto. Le candidature a Segretario sono al momento due: Giancarlo Venturini e Teodoro Lonfernini. Non si escludono, però, sorprese dell'ultima ora. Per statuto chi volesse correre può ancora farlo. Ieri, nel frattempo, il Segretario uscente Marco Gatti non ha fatto sconti né alla maggioranza né ad alcuni colleghi di partito. Nelle sue parole la preoccupazione per un futuro incerto e la critica “a vecchie volpi riciclate in nuovi pollai, a progetti nati solo per la sopravvivenza politica di qualcuno”. Chi si aspettava un messaggio distensivo rimane deluso. “Dietro alla parola cambiamento – dice Gatti - si nascondono la mediocrità dell'incompetenza, dell'inesperienza e dell'incoscienza. La maggioranza – continua - sta dimostrando difficoltà nel creare aggregazione sulle cose da fare, più concentrata sulla contrapposizione fine a se stessa piuttosto che sul confronto per trovare le migliori soluzioni. Le scelte – fa notare - sono già state prese da pochi”. C'è una ferita che ancora brucia, inferta da Ap e parte del Psd, che “trascurando gli impegni di maggioranza hanno avviato un progetto politico da dietro le quinte rendendo inefficace l'azione del Governo”. Guarda poi indietro, alle cose fatte, e ricorda che “gli ultimi otto anni di tempesta, sono stati affrontati grazie allo sforzo di quei partiti, Dc in testa, che hanno abbandonato la logica del consenso in nome di scelte necessarie”. C'è voluto coraggio, ma “se oggi il nostro sistema economico è ancora vivo e San Marino una nazione sovrana – rimarca con forza – lo dobbiamo a chi, come la dc, ha saputo assumersi il peso di scelte impopolari e difficili da comprendere. Tutto questo ha però avuto un prezzo. Le ragioni della sconfitta? Molteplici. E qui il suo sguardo si sposta all'interno del suo partito. Da Segretario uscente si toglie qualche sassolino: “quanti tra coloro che si riempiono la bocca di rinnovamento e cambiamento – chiede - si sono adoperati per accrescere numero e qualità dei candidati? Svela le difficoltà nel tentare di rafforzare la lista, solo con pochi amici, mentre c'era chi remava contro, temendo di perdere consenso personale e già lanciato nella propria campagna elettorale. Non solo. Alla vigilia del ballottaggio in tanti, “dando per scontata la vittoria, erano più concentrati sul ruolo da ricoprire nelle Segreterie”. Ora le sfide future e il ruolo del partito. Che opposizione vorrà essere? “La Dc non dovrà solo vigilare ma anche fare proposte a Governo e maggioranza. Se saranno sordi le faremo al paese”. Infine, la politica delle alleanze. Si parte dalla Coalizione. Il Pdcs dovrà continuare il confronto serrato con il Partito Socialista “l'alleato più naturale”; proseguire il dialogo con il Psd; non disperdere il valore di Noi Sammarinesi. Porte aperte al dialogo anche alle altre forze, nessuno escluso, perché “un partito con cultura di Governo – dice Gatti - non può sottrarsi al confronto”.

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