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Italia: si alzano i toni sulla Fiat. Giovedì la sentenza sul legittimo impedimento

11 gen 2011
Il referendum sull’accordo Fiat si avvicina, la tensione sale. Botta e risposta tra il segretario Cgil e l’ad del lingotto. “Insulta il paese”, dice Susanna Camusso. “Non insulti, ma un nuovo modello di lavoro”, risponde Sergio Marchionne. L’accordo per Mirafiori non riguarda solo la prima azienda italiana, ma sarà l’apripista per contrattazioni future. Una prova di forza che per ora ha spaccato gli operai: chi appoggia il 'no' invocando i diritti, chi dirà si a malincuore. L'esito del referendum appare scontato, mentre, sul fronte politico, rimane l’incertezza sulla tenuta della maggioranza. Molte le incognite. La prima, legata alla decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, che ha congelato i processi di Berlusconi. Oggi sono iniziate le audizioni; giovedì la sentenza. Le indiscrezioni vedono una nuova bocciatura, ma ci sarebbero tre indecisi, tra i 15, a fare da ago della bilancia. La seconda incognita è sull’attuazione dei decreti relativi al federalismo fiscale. La Lega porta avanti trattative riservate con il terzo polo: i numeri, nelle commissioni, sono risicati e la posta in gioco alta. Se il federalismo non passa, si torna al voto. Berlusconi si prepara anche a quello e lavora alla creazione del nuovo partito che prenderà il posto del disintegrato Pdl. E a fine gennaio approda alla Camera la mozione di sfiducia al ministro Bondi presentata dalle opposizioni.

gb

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