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Movimento RETE: evitiamo il default del paese

22 lug 2012
San Marino - Movimento RETE: evitiamo il default del paese
San Marino - Movimento RETE: evitiamo il default del paese
Il movimento civico sarà presente alle prossime elezioni
Il governo cui i segretari Morri e Casali, dimettendosi, hanno staccato la spina, era già morto.
Da mesi, se non anni, non faceva altro che trastullarsi coi nostri risparmi per mettere pezze a danni creati in trent’anni di governi truffa.
Appellarsi ora alla responsabilità dei consiglieri per tenere in vita con un accanimento terapeutico senza precedenti un governo agonizzante, pare una boutade: semmai chi vuole tenere in piedi il governo lo fa perché “non ancora pronto per le elezioni”, o perché troppo legato a poltrone che probabilmente non ricoprirà più!
Questo non certo per riconoscere meriti di alcun tipo ai due segretari dimissionari, che in questi anni hanno brillato per miopia gestionale; nulla facendo per liberare la magistratura dai lacci con la politica o per pretendere indagini sulle questioni di mafia che affossano la nostra reputazione, o sperperando centinaia di migliaia di euro in feste paesane risibili. Che poi oggi Morri venga a dirci che puntava sulla sua riforma dell’Università, pare un affronto all’intelligenza comune.
Inoltre, se chi cerca di tenere in piedi un governo morto pare farlo per i motivi di cui sopra, chi ora vuole farlo cadere forse lo fa perché teme che più tempo a disposizione possa favorire l’avanzata e la crescita, tra la popolazione, di un movimento come RETE che col tempo spazzerà via i piccoli ramoscelli.
Fin qui, quindi, nulla di nuovo: del paese che crolla non interessa a nessun politico, a loro interessa solo fare calcoli sulle potenzialità di rielezione. La cosa infatti più dirompente non è la caduta del governo, ma la prospettiva di una mega-coalizione con all’interno anche lo stesso Partito Socialista che ora ha fatto cadere il governo. Ma, vi pare? Prima fanno cadere un governo dicendo che “tanto, non c’era più niente da fare”, poi si alleano con gli stessi partiti. Siamo alla farsa!
Pare evidente, dunque, che unico calcolo in campo al momento sia l’interesse dei comandanti dei partiti. Non si parla infatti di programmi, che non ci sono; ripescheranno quelli del 2008 e amen, tanto alla fine non fanno mai niente di quello che scribacchiano. Ma se non c’è un programma in campo, per cosa si dovrebbe votare la DC o il PSD? Per i suoi leader? A quel livello c’è poco da scegliere: la personalizzazione della politica è già di per sé uno stravolgimento del concetto democratico, e inoltre tutti i leader di quei partiti sono da tempo compromessi.
Non c’è dubbio, non ci illudiamo, che il prossimo governo è già deciso: si potrebbe evitare anche di andare alle urne. DC, PSD, AP, NS, PS: tutti dentro, tutti i responsabili dei governi degli ultimi trent’anni, quelli che hanno condotto il paese al default che verrà, ancora lì a fingere di voler risolvere problemi.
Ci diranno che governeranno a nostra tutela. La realtà è che potranno fare solo politiche repressive, come in Grecia, come in Italia: nuove tasse, decurtazioni indistinte degli stipendi pubblici – sia per chi lavora sia per chi si gira i pollici - e delle tutele del lavoro dipendente, come sempre tutelando gli interessi di dirigenti loro amici, strapagati e privi di responsabilità, facendo pagare il conto salato della crisi a noi cittadini semplici.
Non dureranno. I veti incrociati e gli interessi personali contrastanti che già oggi fanno cadere il governo renderanno sterile e suicida anche il prossimo, perché finché si continuerà a credere che si dovrà stare al governo, anche in buona fede, ammucchiandosi con chiunque nella convinzione che solo così si potrà incidere in qualche modo, non si capirà il fulcro del problema, ovvero il fatto che oggi non si tratta più di fare qualche piccola modifica, mettere qualche pezza, ma si tratta di cambiare un intero sistema che se non è ancora in default oggi ci andrà domani, non c’è salvataggio milionario alle banche che tenga.
Alle prossime elezioni RETE si presenterà come lista indipendente. Non scenderà a patti né a compromessi con nessuno, chiederà il voto su un programma che stilerà assieme ad ogni simpatizzante. Dopo le prossime elezioni saremo in Consiglio a vigilare sull’operato di consiglieri fannulloni - spesso assenti, sempre disattenti - e sul loro operato.
Ma le elezioni successive, tra qualche anno, non certo cinque, saranno elezioni di un paese allo sbando, distrutto e compromesso. Possiamo evitare che il paese faccia default. Il paese, puntando tutto sulla finanza e l’arricchimento facile, ha fallito. Possiamo lavorare insieme per riconvertire il paese in una fucina di talenti e ricerca in campi eco-sostenibili nel lungo periodo.
Possiamo evitarlo, tutti insieme. Se non ora, quando? Adesso.

Movimento Civico RETE

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