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Bullismo a San Marino: le azioni del servizio neuropsichiatrico

25 gen 2006
Il fatto che piccoli episodi circoscritti - di aggressività o vandalismo tra adolescenti – facciano notizia, è forse la dimostrazione più evidente che a San Marino è improprio parlare di allarme bullismo. Il fenomeno comunque non viene ignorato. Da qualche tempo istituzioni, sanità, forze di polizia e scuola collaborano scambiandosi informazioni e cercando di prevenire – tramite una corretta informazione ai minori – l’insorgere di situazioni problematiche. Prezioso - ad esempio - il lavoro svolto dagli esperti del servizio neuropsichiatrico che spesso intervengono su segnalazione degli istituti scolastici o degli stessi genitori. “Il problema – afferma Francesco Berti – è che c’è una scarsa sensibilità delle famiglie nel cogliere certi aspetti devianti dei figli e si finisce spesso per banalizzare certi atteggiamenti”. Secondo alcuni, all’origine del fenomeno, vi sarebbe il crollo di quell’insieme di principi etici che costituivano la base comportamentale delle generazioni precedenti. Genitori e figli – insomma – si ritroverebbero senza riferimenti forti. “Viviamo in un mondo dopato – afferma Berti – dove l’individuo è sempre portato ad andare oltre in una assurda corsa alla ricerca del piacere”. Il servizio neuropsichiatrico – quando vengono individuate situazioni problematiche – interviene in vari modi: dal colloquio con i genitori a quello diretto con i ragazzi. In alcuni casi il comportamento distorto del giovane può essere determinato anche da una vera e propria patologia. In questo caso si cerca di risolvere il problema tramite cure di tipo psicologico.

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