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Dopo 12 anni in perdita, Carisp chiude il primo semestre con un utile di circa due milioni

L'Ad Vento: "I risultati della banca testimoniano un processo di risanamento solido". Resta il nodo del contratto del comparto bancario, " in una fase di stallo"

di Monica Fabbri
8 ott 2021
Sentiamo Gianfranco Vento
Sentiamo Gianfranco Vento

1 milione e 900.000 euro di utili dopo 12 bilanci consecutivi in perdita. I dati del primo semestre 2021 sono il segnale – per l' amministratore Delegato Gianfranco Vento – di una positiva inversione di tendenza, grazie – spiega - ad una maggior efficacia nel recupero dei crediti non performanti e ad una migliore gestione finanziaria della banca, per l'aumento di liquidità con la conversione del 5 ter in titoli irredimibili. L'Istituto è passato, da 150 lavoratori in organico a 97. Nell'anno ci sono stati 9 prepensionamenti e 4 nuove assunzioni, “necessarie – spiega l'ad - per svolgere l'attività”. Tra queste, anche un operatore di sportello, “il biglietto da visita della Banca, che merita totale rispetto” - scrive in una nota la Rappresentanza Sindacale Aziendale dei dipendenti, in risposta ad articoli di stampa che definivano il “cassiere” figura non essenziale. In merito alle polemiche, “nessuna malagestio – dice Vento – i risultati della banca testimoniano che stiamo andando avanti in un processo di risanamento solido, avviato da oltre un anno”.

Riguardo ai prepensionamenti, “non abbiamo fatto altro che avvalerci di norme esistenti”, mentre, sui nuovi innesti, ribadisce che sono state assunte “persone mirate, in relazione al piano strategico della banca, attraverso un processo trasparente, un bando pubblico, dove non io ma una commissione si è riunita, ha valutato i titoli, fatto colloqui”. Rimane il nodo dei costi del personale. C'è un contratto scaduto da 11 anni e tentativi di rinegoziarlo. “La situazione è in una fase di stallo. Da una parte le banche ritengono necessario ricondurlo agli attuali costi e ricavi. Dall'altra ci sono le rivendicazioni dei sindacati. Non riusciamo ad andare avanti. Anche le norme non aiutano. Ne esiste infatti una che non consente di rivedere i contratti al ribasso”.




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