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Giornata mondiale AIDS: nuovi casi anche a San Marino

1 dic 2004
Giornata mondiale AIDS: nuovi casi anche a San Marino
40 milioni i malati di aids nel mondo, 20 mila in Italia. Ogni anno circa 4000 persone entrano nel tunnel dell’infezione da hiv aumentando il bacino di sieropositivi, rappresentato da circa 120 mila persone. Tra le Regioni italiane l’Emilia Romagna è quarta per incidenza di malati da aids mentre i sieropositivi sono stimati tra i 6 mila e i 9 mila casi. Sono i numeri, spietati e terribili, del flagello aids. Nel 1981 i primi casi, circosritti alla comunità gay americana, poi la crescita, esponenziale contro tutte le previsioni iniziali. Una pandemia, diffusa in breve tempo in tutte le nazioni con l’Africa subsahariana e l’Asia che contano la più alta concentrazione di ammalati. La malattia però non guarda in faccia a nessuno. A San Marino nel 2004 si sono registrati 3 nuovi casi di sieropositività e un solo caso di aids conclamato. Dati forniti dalla Direzione sanitaria che tuttavia non rispecchiano la realtà sammarinese. La maggior parte per questione di privacy si rivolge a strutture esterne. Oggi dopo 23 anni segnati da tanti decessi e tante ricerche, sieropositività non è piu solo sinonimo di morte senza appello ma anche la speranza di poter sopravvivere con le terapie farmacologiche che rallentano la progressione dell’infezione. Terapie a cui però pochi possono accedere. Solo i Paesi ricchi e occidentali. Nel resto del mondo contrarre l’hiv equivale ancora ad una condanna a morte per aids. La speranza è il vaccino. In Italia il gruppo di scienziati cordinati da Barbarra Ensoli ha fatto passi da gigante mettendo a punto il vaccino annunciato al mondo nel corso di un convegno su aids e cancro tenuto a san marino nell’ottobre 1998. Da allora il vaccino ha superato la prima fase, si è dimostrato privo di effetti collaterali e oggi ne viene testata l’efficacia su 75 volontari sieropositivi e sieronegativi. Secondo un rapporto dell’ONU l’aids costituisce una minaccia globale paragonabile a quella del terrorismo nucleare. La sua diffusione è definita galoppante aiutata dai Paesi ricchi che in un epoca di globalizzazione continuano ad ignorarne la minaccia.

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