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Influenza aviare: nessun allarme sul Titano

28 gen 2004
Influenza aviare: nessun allarme sul Titano
Collaborazione e condivisione delle risorse. E’ l’appello che le agenzie Fao, Oms e Oie lanciano davanti al diffondersi dell’influenza aviare in molte zone dell’Asia. Un richiamo ai paesi membri per favorire l’assistenza internazionale garantendo fondi e aiuti alle aree colpite dall’agente patogeno più temuto in campo avicolo. Economie già in difficoltà e che ora scontano ulteriori e pesanti perdite. Già allo studio test diagnostici e già disponibili efficaci farmaci antivirali per l’uomo, ora si sta lavorando alla realizzazione di un vaccino. Dalle agenzie internazionali anche chiare indicazioni sul comportamento da tenere da parte di quanti lavorano in allevamenti di polli. Intanto si guarda all’occidente e alla possibilità del diffondersi anche nelle nostre zone della malattie. Rassicurazioni per il Titano: la carne di pollo conferita e commercializzata in Repubblica, così come quella del circondario, proviene tutta da Romagna ed Emilia, zone ad altissima produttività avicola. Controlli severi sulla carne in ingresso: se ne verifica salubrità e certificazione d’origine. Polli dunque nati, cresciuti e macellati in zona. Posto che – fanno sapere dal servizio veterinario – l’influenza aviare non si trasmette attraverso il consumo delle carni. Rassicurazioni comunque necessarie visto che più volte in passato l’Emilia-Romagna è stata soggetta ad epidemie, anche pesanti, che hanno colpito il campo avicolo: in questo momento, comunque, il bollettino epidemiologico a disposizione del servizio veterinario non segnala agenti diffusi e – soprattutto, fanno sapere – non si sono mai verificati casi, in zona, di trasmissione della malattia dal pollo all’uomo, nemmeno agli addetti ai lavori.

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