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Influenza A: tra allarmismo e allerta

31 ago 2009
Influenza A tra allarmismo e allerta
Influenza A tra allarmismo e allerta
Sono più i dubbi delle certezze sulla prima pandemia del secolo. E da sempre ciò che non si conosce fa paura. Siamo stati bombardati tutta l’estate da notizie più o meno preoccupanti. Poi c’è stato un silenzio rassicurante, e ora nuovi allarmi inquietanti. L’ultimo, in ordine di tempo, quello lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità su un nuovo ceppo di influenza, più aggressivo perché in grado di colpire direttamente i polmoni. Le autorità rassicurano che la situazione è sotto controllo e chiedono di evitare allarmismi. Ma d’altro canto è difficile rimanere tranquilli dopo le parole del direttore generale dell'Oms, che ha dichiarato che il 40% delle vittime del virus sono giovani adulti in buona salute che muoiono di febbre suina in 5-7 giorni. Nel mare di ipotesi tutte da verificare rimangono però delle certezze. L’influenza A è un virus-puzzle, un po' umano, un po' suino e un po' aviario ad alta infettività ma bassa mortalità. Come la più classica delle influenze può presentarsi in forma leggera o grave. Si può prevenire il contagio, oltre che con il vaccino, rispettando regole igieniche fondamentali: per esempio, coprendo con un fazzoletto naso e bocca quando si starnutisce, lavando spesso le mani con acqua e sapone dopo aver frequentato luoghi e mezzi pubblici, evitando di toccare occhi, naso e bocca con mani non pulite. Ciò che preoccupa, oggi, è anche l’impatto sociale di questa nuova influenza. C’è infatti chi teme un numero altissimo di ricoveri ospedalieri

Monica Fabbri

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