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Legge aborto, Associazione Uno di Noi: "Testo peggiorato. Preoccupati per il futuro”

"Abbiamo proposto alle forze politiche diversi emendamenti, nessuno è stato preso in considerazione".

di Giacomo Barducci
29 ago 2022

“Siamo molto preoccupati per lo scenario che la proposta di legge può aprire nel nostro paese”. Così l'associazione “Uno di Noi” interviene sulla discussione in seconda lettura in Consiglio della legge sull'interruzione volontaria della gravidanza. La bozza, affermano, oltre ad essere scritta male con ripetute contraddizioni interne non presenta neppure traccia dell'annunciata legge a tutela della famiglia. L'associazione, aggiunge, aveva proposto alle forze politiche diversi emendamenti nessuno dei quali è stato preso in considerazione.

"Il testo licenziato in Commissione - afferma Adolfo Morganti - per molti aspetti è stato addirittura peggiorato rispetto al primo. In modo particolare per la totale cancellazione del ruolo educativo, della responsabilità giuridica delle famiglie, dei minori e degli uomini. Questo non è giusto, oltre a cozzare contro leggi esistenti e moderne. Poi vi è l'aspetto della banalizzazione dell'utilizzo della pillola del giorno dopo sulle minorenni senza che né le famiglie, né le istituzioni, possano dire nulla".

Sul risultato del referendum, che ha visto la netta vittoria del si con oltre il 77% dei voti, Morganti sottolinea come il dato vada riferito sulla percentuale di chi è andato a votare: “Molto bassa – dice – soprattutto rispetto ad altri referendum precedenti”. Detto questo comunque il risultato è chiaro rispetto a un quesito determinato e questa legge è piena di cose che in quel quesito non c'erano e non centrano".  

Altro tema su cui l'associazione chiede un intervento è quello dell'obiezione di coscienza che in questo testo, evidenziano, viene fortemente limitato: "Noi avevamo proposto - evidenzia Maria Prassede Venturini - emendamenti che offrissero l'ombrello della libertà di coscienza a personale sanitario, socio sanitario e anche amministrativo. Noi consideriamo questa obbiezione di coscienza un dato di civiltà". 

Nel servizio le interviste a Adolfo Morganti (Associazione Uno di Noi) e Maria Prassede Venturini (Associazione Uno di Noi)





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