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Rezza (ISS), Fase 2: le regole per l'estate, dalla riapertura dei parchi alle spiagge

18 apr 2020
Giovanni Rezza
Giovanni Rezza

Benedetta de Mattei ha intervistato Giovanni Rezza – Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e componente del Comitato Tecnico-scientifico – per parlare della situazione attuale e capire cosa aspettarsi dall’imminente “fase 2”.

La situazione è in netto miglioramento, ma nonostante il lockdown ci sono ancora diversi nuovi casi perché?
I nuovi casi che ancora emergono quotidianamente si riferiscono innanzitutto a persone probabilmente contagiate in media 20 giorni fa, quindi è chiaro che la discesa della curva non appare ancora netta come ci aspetteremmo. Inoltre dopo il lockdown la trasmissione intra familiare, come anche quella all’interno delle strutture ospedaliere ed extra ospedaliere, si è continuata a verificare e per questo il contagio non si è bloccato del tutto.

Oggi si parla molto dell'esame sierologico per l’identificazione di anticorpi verso Covid-19 e tanti laboratori privati lo propongono, è un test attendibile?
Attualmente ci sono tantissimi esami sierologici in circolazione disponibili e certamente alcuni saranno più affidabili di altri, dipende dalle caratteristiche e dalla sensibilità specifica dei test, ma il problema è che anche i test più attendibili ci forniscono ancora informazioni incerte. Possono infatti rivelarci la presenza o meno di anticorpi ma laddove si fossero sviluppati bisognerebbe in ogni caso integrare l’esame con un tampone per escludere la possibilità che il paziente sia rimasto positivo e in grado di contagiare. Se il tampone risultasse negativo è possibile constatare di aver sviluppato gli anticorpi alla malattia e forse di essere protetti, ma quanto duri questa protezione nessuno ancora lo sa di preciso. Se l’esame sierologico fosse invece negativo, come credo in questo momento sarebbe per la maggior parte degli italiani escludendo le zone più colpite, sapremo ovviamente di essere del tutto suscettibili all’infezione.

Si parla molto di una riapertura graduale e in molti immaginano la cosiddetta “fase 2”, come si svilupperà a suo avviso? 
Dipenderà ovviamente dal Governo però mi sento sicuramente di consigliare un’apertura graduale e parziale, che tenga ancora conto delle misure di contenimento sociale che sono state finora implementate, il distanziamento in modo particolare, altrimenti l’infezione rischia di ripartire come prima. Ci vuole inoltre un forte controllo del territorio per individuare precocemente eventuali focolai di trasmissione e poterli contenere.

L’utilizzo delle mascherine all’aperto è a suo avviso sensato?
Le mascherine forse varrebbe la pena utilizzarle al chiuso, nei luoghi pubblici, perché li è più difficile operare un distanziamento sociale e il contatto con altre persone avviene più frequentemente, dunque se tutti utilizzassero delle mascherine, o comunque delle barriere fisiche, che impediscano o riducano il rischio di infettare gli altri ci sarebbe una maggiore protezione per tutti quanti, naturalmente insieme alle misure di distanziamento fisico che sono comunque molto importanti.

Per la fase 2 si è proposta la riapertura dei parchi ai bambini, cosa ne pensa?
I parchi si potrebbero a mio avviso anche riaprire ma non devono essere un'occasione di assembramento e aggregazione delle persone quindi la riapertura non rappresenterebbe un rischio se si mantenessero le misure di distanziamento sociale che vanno mantenute anche nella fase 2. Non deve insomma essere un “tana libera tutti”.

Anche se sicuramente sarà un’estate diversa possiamo sperare che questo virus si attenui con il caldo?
Nessuno lo sa con certezza, d’estate molti virus respiratori tendono a diminuire anche perché c'è un distanziamento sociale naturale, dovuto alla chiusura di scuole e uffici oltre al fatto che i luoghi chiusi vengono meno frequentati. Naturalmente bisognerà vedere se un virus che si trasmette così velocemente smetterà di circolare, io non credo accada e quindi penso sia importante tenere la guardia molto elevata.

Sarà possibile andare al mare?
Il problema non riguarda la sabbia o l'acqua ma i rapporti fra le persone, quindi bisognerà certamente valutare come mantenere il distanziamento sociale anche in vacanza. Pensare alle estati a cui siamo abituati, in cui ci si affolla tutti in spiaggia e si sta attaccati l'uno all'altro, o immaginare dei supermercati pieni di gente mi riesce un po' difficile in questo momento.

L’economia del turismo ne risentirà pesantemente
L'economia ha delle proprie esigenze ma bisogna evitare una nuova ondata, mantenere delle misure serve dunque anche a preservare l'economia perché un secondo lockdown avrebbe conseguenze micidiali. Il punto è che alcune attività faticheranno a riprendere anche se verranno formalmente aperte perché c'è una situazione di pandemia. Ad esempio andare all'estero sarà una decisione che probabilmente pochi italiani prenderanno cosi come pochi stranieri decideranno di venire in Italia, perché resterà la forte preoccupazione di ammalarsi in un altro paese. Ci sono dunque purtroppo attività che anche se fossero liberalizzate farebbero comunque molta fatica a risollevarsi in questo momento.

Trump ha tagliato i fondi all’OMS, che impatto avrà questo a suo avviso?
Non credo che avrà un impatto particolare, anche se gli Stati Uniti sono i principali contributori, e chiaramente l’OMS continuerà a svolgere le sue attività come prima. Non conosco nei dettagli le motivazioni ma credo ci siano delle polemiche per cui l’OMS in un primo momento sembrerebbe esser stata un po' accondiscendente nei confronti della Cina. Non saprei valutare se è un'accusa giusta o sbagliata ma certamente tutte le organizzazioni essendo fatte da uomini non sono infallibili perché gli uomini sbagliano.

Benedetta de Mattei


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