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Uso del cellulare per bambini e ragazzi: quando va evitato e quali sono i rischi

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rosita Guidi: mai prima delle elementari e porre dei limiti nella prima adolescenza.

di Angela Giuccioli
23 ago 2023
Uso del cellulare per bambini e ragazzi: quando va evitato e quali sono i rischi

Bambini, ragazzi ed uso dei cellulari. Un tema che tocca tutti. I cellulari ormai sono diventati estensioni di noi stessi: sentiamo gli amici, lavoriamo, guardiamo le nostre serie tv e ci alleniamo con lo stesso strumento. Che per forza di cose esercita sui figli, bambini o adolescenti che siano, un certo fascino. Ma gli strumenti, e la rete ai quali sono collegati, possono nascondere molte insidie.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rosita Guidi, psicologa scolastica.

Dottoressa partiamo dai divieti. Quando è un no all'utilizzo?

Prima delle elementari sicuramente no. Durante la scuola primaria è bene non dare lo strumento in mano al bambino in modo autonomo. Lo sviluppo cognitivo non è ancora completato e l'utilizzo di dispositivi elettronici ne compromette alcune funzioni. Nei bambini che fanno uso precocemente di cellulari o tablet si nota una marcata incapacità di attenzione, così come una difficile gestione della frustrazione e dei tempi morti: i compiti che devono essere eseguiti o riescono subito oppure vengono abbandonati. Ho incontrato bambini di tre anni che sfogliano libri cartonati come fossero gallery del cellulare tanto è precoce a volte l'utilizzo. Durante il ciclo delle elementari il cellulare non serve, nemmeno per giocare.

Possiamo quindi dire che dalle medie in poi ci sia un via libera?

Il cellulare, così come il tablet, è uno strumento: è quindi l'utilizzo che se ne fa a creare la differenza. In particolare nella prima adolescenza vanno posti limiti chiari al ragazzo e vanno attivati i sistemi di parental control che ormai tutti quanti i dispositivi hanno in dotazione. Da tutori è importante che i genitori vigilino sui contenuti che i propri figli condividono, con gli amici o in rete, e anche sui quali siti o social navighino. Il rimando che i ragazzi hanno da parte dei loro coetanei, in adolescenza, assume una rilevanza fondamentale, per cui le foto hanno spesso intenti ammiccanti così come i contenuti postati vogliono creare interesse: è importante che la famiglia vigili su questo tipo di contenuti e anche sui feedback che vive il figlio. Per poi parlarne se necessario, per esserci: senza essere giudicanti, ma accoglienti.

Sono quindi ormai i cellulari i luoghi di incontro per i ragazzi e gli adolescenti?

Con il lavoro svolto a scuola quest'anno ho toccato con mano quanto i ragazzi siano e si sentano soli. In tanti mi hanno riferito di non poter parlare a casa, di avere paura delle reazioni dei genitori, delle ripercussioni che potrebbero avere se si confidassero con loro. Ci sono ragazzi che non riescono più a frequentare la scuola a causa dell'ansia che in loro provocano i voti, gli insegnanti, le relazioni con i compagni. Per quanto fingano di essere navigati sui social, sono in grande difficoltà nella vita reale: la facciata è tutta patinata, ma poi si sgretola e non riescono ad affrontare il mondo della loro età.

Parliamo anche dei rischi collegati alla vita in rete.

I rischi più frequenti in cui incorre un ragazzo che naviga sono sicuramente l'adescamento e il cyber bullismo. Nel primo caso è importante, come si diceva, attivare i sistemi di controllo da parte dei genitori quando il ragazzo si trova nella prima adolescenza e educarlo alla massima attenzione. Per quel che riguarda il bullismo in rete invece vorrei sottolineare quanto sia importante denunciare e segnalare: sia alla scuola che alle forze dell'ordine. I ragazzi hanno paura delle ripercussioni da parte del gruppo, quindi troppo spesso non dicono niente. Sono stati fatti incontri a scuola a San Marino in collaborazione con le forze dell'ordine per lanciare il messaggio ai ragazzi che non sono soli. Sono fenomeni sotterranei che è importante far emergere: e chi guarda in silenzio è complice del gesto a sua volta.





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