Era la mattina di un 21 marzo, proprio come oggi, di 56 anni fa. In Sudafrica, in pieno apartheid, la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti di colore uccidendone sessantanove e ferendone 180. È passato più di mezzo secolo da quella tragica giornata, eppure le discriminazioni razziali continuano ancora oggi a contaminare il pianeta, con il loro carico di odio, violenza e ingiustizia.
In memoria del massacro di Sharpeville si celebra il 21 marzo la Giornata mondiale per l’eliminazione della discriminazione razziale, istituita dalle Nazioni Unite per contribuire a combattere il razzismo ogni volta e ovunque si manifesti.
La giornata è l’occasione per rinnovare il nostro impegno per costruire un mondo di giustizia e di uguaglianza, dove la xenofobia e l’intolleranza non esistono. Dobbiamo imparare le lezioni della storia e riconoscere i danni profondi causati dalla discriminazione razziale.
Innanzi tutto è indispensabile informare, la difficoltà principale infatti nell’affrontare il tema del razzismo è quella di rendere evidente il problema, poiché è purtroppo una realtà diffusa la mancanza di consapevolezza; c’è infatti una sorta di rifiuto di vedere e di affrontare la realtà delle cose. Addirittura, molte persone che affermano di non essere razziste, spesso, più o meno inconsapevolmente, evidenziano poi atteggiamenti di razzismo e intolleranza molto forti.
Fondamentale è conoscere le diverse realtà che ci circondano, scoprirle ed apprezzarle proprio in virtù della loro diversità e della possibilità di un reciproco arricchimento.
Usare parole di odio, alimentare il razzismo nei confronti di minoranze è diventata un’attività molto “remunerativa”, sia in termini di consenso elettorale, sia per la carriera politica di singole persone.
C’è un evidente legame tra il successo di gruppi esplicitamente xenofobi e razzisti, l’aumento di partiti e movimenti di estrema destra in Europa, e lo spazio che i discorsi di odio trovano nel dibattito pubblico e noi siamo al fianco degli organismi internazionali che intendono arginare il fenomeno. Da condannare è chi cavalca l’intolleranza, ma anche chi se ne lava le mani consapevolmente rifiutando di impegnarsi per affrontare una delle sfide più difficili del terzo millennio.
Guardate a proposito cosa è successo per l’approvazione dell’ordine del giorno che promuove micro progetti di accoglienza per un numero limitato di persone, dove l’opposizione, per una ragione o per l’altra, si è tirata indietro dall’impegno morale ed etico a cui tutti siamo chiamati.
A noi il consenso fatto sulla pelle dei più deboli non interessa.
Noi di Sinistra Socialista Democratica vogliamo sottolineare la necessità di un mondo di giustizia, di inclusione e di uguaglianza, dove la xenofobia, l'intolleranza, ma nemmeno l’indifferenza esistono.
comunicato stampa
Ufficio stampa
In memoria del massacro di Sharpeville si celebra il 21 marzo la Giornata mondiale per l’eliminazione della discriminazione razziale, istituita dalle Nazioni Unite per contribuire a combattere il razzismo ogni volta e ovunque si manifesti.
La giornata è l’occasione per rinnovare il nostro impegno per costruire un mondo di giustizia e di uguaglianza, dove la xenofobia e l’intolleranza non esistono. Dobbiamo imparare le lezioni della storia e riconoscere i danni profondi causati dalla discriminazione razziale.
Innanzi tutto è indispensabile informare, la difficoltà principale infatti nell’affrontare il tema del razzismo è quella di rendere evidente il problema, poiché è purtroppo una realtà diffusa la mancanza di consapevolezza; c’è infatti una sorta di rifiuto di vedere e di affrontare la realtà delle cose. Addirittura, molte persone che affermano di non essere razziste, spesso, più o meno inconsapevolmente, evidenziano poi atteggiamenti di razzismo e intolleranza molto forti.
Fondamentale è conoscere le diverse realtà che ci circondano, scoprirle ed apprezzarle proprio in virtù della loro diversità e della possibilità di un reciproco arricchimento.
Usare parole di odio, alimentare il razzismo nei confronti di minoranze è diventata un’attività molto “remunerativa”, sia in termini di consenso elettorale, sia per la carriera politica di singole persone.
C’è un evidente legame tra il successo di gruppi esplicitamente xenofobi e razzisti, l’aumento di partiti e movimenti di estrema destra in Europa, e lo spazio che i discorsi di odio trovano nel dibattito pubblico e noi siamo al fianco degli organismi internazionali che intendono arginare il fenomeno. Da condannare è chi cavalca l’intolleranza, ma anche chi se ne lava le mani consapevolmente rifiutando di impegnarsi per affrontare una delle sfide più difficili del terzo millennio.
Guardate a proposito cosa è successo per l’approvazione dell’ordine del giorno che promuove micro progetti di accoglienza per un numero limitato di persone, dove l’opposizione, per una ragione o per l’altra, si è tirata indietro dall’impegno morale ed etico a cui tutti siamo chiamati.
A noi il consenso fatto sulla pelle dei più deboli non interessa.
Noi di Sinistra Socialista Democratica vogliamo sottolineare la necessità di un mondo di giustizia, di inclusione e di uguaglianza, dove la xenofobia, l'intolleranza, ma nemmeno l’indifferenza esistono.
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Ufficio stampa
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