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CGIL Rimini. Patto per il Lavoro: si procede con il confronto fra le parti sociali

16 ott 2015
CGIL Rimini. Patto per il Lavoro: si procede con il confronto fra le parti sociali
CGIL Rimini. Patto per il Lavoro: si procede con il confronto fra le parti sociali
Tutte le componenti attive della società devono essere protagoniste delle scelte da compiere, condividendo le responsabilità, convinti che questa azione collettiva aiuti la ripresa del nostro Paese. Questo principio fondamentale contenuto nel Patto per il Lavoro che è stato siglato dalla Regione Emilia Romagna con le parti sociali, sta ora trovando un terreno concreto di applicazione anche nella provincia di Rimini dopo l’apertura di un tavolo di confronto istituzionale.
Come CGIL riteniamo positiva la volontà espressa dalle associazioni di categoria intervenute, con alcune delle quali avevamo già avuto modo di discutere a partire dal Piano per il Lavoro da noi elaborato, di realizzare una inversione di tendenza sul versante del lavoro creando nuova e, sottolineiamo noi, buona occupazione. In particolare, sulla riqualificazione urbana, innovazione, formazione e credito locale abbiamo discusso e convenuto con Unindustria Rimini l’urgenza che questi temi trovino collocazione e realizzazione all’interno del Patto per il Lavoro.
Ora si tratta di discutere su specifiche proposte e piani di sviluppo sostenibile rispetto ai quali ciascuno è chiamato a fare le proprie proposte. In merito a ciò, oltre a rimandare al già citato Piano per il Lavoro, riteniamo di particolare importanza il miglioramento delle relazioni sindacali, la valorizzazione del lavoro e il mantenimento di un’attenzione sempre molto alta su temi come la legalità, la sicurezza e, strettamente legata a questi, l’applicazione del protocollo sugli appalti e relativa clausola sociale. Ci preme inoltre ribadire che, in attesa di azioni positive che ci consentano di portare il territorio oltre la crisi, là dove sussistano difficili crisi aziendali, si possano ricercare soluzioni condivise finalizzando questa “codeterminazione” a mantenere i livelli occupazionali e a non mandare disperse unità produttive e professionalità difficilmente ricostruibili.

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