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Decentramento istituzionale e funzionale di Orietta Ceccoli

10 giu 2020
Decentramento istituzionale e funzionale di Orietta Ceccoli

Tre temi che vivacizzano il dibattito, meritano alcune riflessioni e precisamente 1. la dialettica tra il potere giudiziario e il potere legislativo ed esecutivo; 2. Il progetto di iniziativa popolare per le Giunte di Castello; 3. Il progetto dei dipendenti delle poste. Dialettica tra poteri dello Stato Sul principio e la prassi istituzionale della separazione dei poteri, secondo la dottrina del Montesquieu, appare una diversità di posizioni tra gli ordinamenti costituzionali di Stati di grandi dimensioni e la tradizione storico-giuridica della nostra Repubblica. Un momento pubblico, in cui queste due visioni sono state ascoltate, è stata l’inaugurazione dell’anno giudiziario, in cui il prof. Giovanni Guzzetta, dirigente del tribunale unico sammarinese, esprime l’esigenza di una netta separazione dei poteri, che appare in parallelo all’intervento del Segretario alla Giustizia, l’avv Massimo Ugolini, concentrato sull’identità sammarinese e sulla centralità del Consiglio Grande e Generale. La domando che ci siamo posti e che pongo è la seguente: se San Marino nel corso dei secoli è riuscita a mantenere la sua libertà dagli altri Stati e a conservare le libertà ai suoi cittadini, il suo ordinamento istituzionale avrà ancora principi validi per consentire il primato della più vecchia Repubblica del mondo? Il mito della libertà perpetua si deve preservare anche nella bufera perfetta dell’emergenza COVID-19. Giuristi del livello di Astuti e di Neppi Modona lo hanno sempre suggerito. La discussione sull’istanza d’Arengo, promossa da Fausta Morganti in questo semestre, potrà essere un momento di discussione su tali problematiche. Decentramento istituzionale e funzionale Mentre il progetto sulle Giunte di Castello pone il problema del decentramento di organi pubblici, il progetto sulle poste s’inquadra nel processo di decentramento funzionale, che dagli anni ’80 si è andato configurando nella nostra prassi amministrativa, con la creazione delle Aziende Autonome di Stato, l’Università, l’Istituto per la Sicurezza sociale, l’Agenzia per lo sviluppo, San Marino Innovation, l’Ente Giochi del Titano, ed infine le Poste. Questi enti hanno forme articolate di autonomia funzionale, finanziaria, contabile e in taluni casi, anche giuridica. Tant’è che la dizione Pubblica amministrazione è diventa Settore Pubblico Allargato. Da non dimenticare che altri enti hanno configurazioni giuridiche specifiche, come la Banca Centrale e la San Marino RTV. Questa realtà ha propri Consigli di Amministrazione o Consigli di gestione, ha bilanci specifici o inseriti nel consolidato dello Stato, livelli di efficienza diversi, il controllo dei costi è vario, gli obiettivi e i risultati sono differenti, in taluni casi la redditività è negativa. Per le Giunte di Castello c’è la richiesta del decentramento delle funzioni e anche di quello finanziario in seno a organi di rappresentanza locale, mentre per il secondo c’è la richiesta dell’eliminazione del decentramento e il ritorno in seno all’amministrazione centrale. Le due istanze legislative, non solo richiedono risposte specifiche, ma pongono anche un’analisi più generale sul sistema delle autonomie amministrative e istituzionali del nostro Stato. Efficienza ed efficacia Credo che sia arrivato il momento di porre seriamente il metodo della verifica dell’efficienza e dell’efficacia di questo articolato sistema di organi e di enti. L’efficienza nella direzione del controllo dei costi e l’efficacia nella realizzazione degli obiettivi, qualità dei servizi e redditività della loro gestione. Questa stessa esigenza deve essere svolta in seno all’amministrazione pubblica in senso stretto, associata ad una equilibrata azione di spending revieu del bilancio dello Stato Costo della politica Non credo che sia mai stato fatto uno studio di quando ci costa la politica a San Marino. Gli stessi cittadini devono chiedere l’attuazione dei criteri di efficienza e di efficacia dell’azione degli organi di rappresentanza politica. Questi organi si preparano a legiferare interventi di spoil system in seno agli organi di gestione degli enti pubblici, rivendicando la loro convergenza alla maggioranza politica di turno. Questo pensiero è dominante! Non si giustifica, se manca la ricaduta dall’alto in basso e viceversa dei metodi di efficienza e di efficienza dell’azione e se a monte non c’è un’attenzione alle capacità professionali ed etiche nella scelta degli amministratori e non alla loro fedeltà politica. Mancando tutto questo e in molto casi manca, si istituzionalizza “meccanismo di redistribuzione di compensi, di prebende e di ruoli,” che mal si concilia con il funzionamento del nostro Stato. La soluzione di direzione politica degli USA attraverso lo spoil system, trova la sua giustificazione nella dimensione economica di grande potenza, nella filosofia liberista dei suoi ordinamenti e di bipartitismo politico. La nostra Repubblica, quasi città Stato, ha bisogno di una gestione equilibrata della sua struttura e mal sopporta una gestione e un’operatività per traumi. Questo problema non è compreso. Diventa molto doloroso agire secondo logiche di prova ed errore, cioè capire quello che non va bene, quando il danno è già stato fatto. Dovrebbe prevalere l’intelligenza e l’ intuizione a priori e non a posteriori. Fragilità istituzionale Il paese ha vissuto negli ultimi trenta anni un’evidente fragilità istituzionale, non studiata e non discussa. Il mutamento dei paradigmi economici, geopolitici e sociali,conseguenti all’emergenza COVID-19, accanto all’esigenza della ripresa dei negoziati con la Commissione Europea e con la stessa Italia, richiede una verifica e una serie di approfondimenti su questi aspetti strutturali, prima delineati, affinché la Repubblica riprenda la credibilità che nella storia ha goduto negli scenari geopolitici. L’emergenza sanitaria ed economica ha accelerato queste criticità, che non possono essere rinviate nel momento che si sta coinvolgendo il paese nell’era del debito pubblico e della sua sostenibilità. ORIETTA CECCOLI


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