Ecco il testo del Manifesto sottoscritto da docenti delle Università di Milano, Napoli, Roma, Torino, Teramo, Salerno e della Bocconi, Cattolica, Europea: solidarietà «nei confronti di tutti quei giovani che hanno perso la vita perché stavano cercando di costruire un futuro migliore, vuole ribadire con forza che chiunque uccida i luoghi del sapere e chi li frequenta è un nemico dell'umanità»
«Proponiamo di istituire una giornata nazionale per i nuovi martiridelsapere durante la quale istituzioni, docenti e studenti avviino iniziative volte a ricordare che il diritto allo studio non è scontato e che nel ventunesimo secolo c’è ancora chi perde la vita perché si trova in un’università». È quanto si legge nel Manifesto che un gruppo di accademici italiani ha lanciato a seguito dei tragici episodi dello University College di Garissa: «innanzi al massacro degli studenti, un massacro che ha colpito per l’ennesima volta sia un luogo del sapere sia la componente cristiana, intellettuali, università, professori e uomini di cultura non possono più tacere. É giunto il momento di riaffermare non solo il diritto allo studio, all’istruzione per ogni essere umano, ma anche la sacralità della vita di ogni giovane che vuole costruire un futuro per sé, per la propria nazione e per il mondo intero».
«Il presente Manifesto», spiegano gli accademici, «vuole essere un segno di solidarietà nei confrontidi tutti quei giovani che hanno perso la vita perché stavano cercando di costruire un futuro migliore, vuole ribadire con forza che chiunque uccida i luoghi del sapere e chi li frequenta è un nemico dell'umanità. Noi firmatari desideriamo onorare il ricordo di tutti martiri della barbarie che vorrebbe privare bambini e giovani di un diritto fondamentale. Al fuoco delle armi, alla barbarie vogliamo rispondere con una forte presa di coscienza e responsabilità che ci vedrà da oggi in prima linea al fianco di ogni giovane che vuole combattere le tenebre con la luce della conoscenza».
«In pochi», si legge nel documento, «riescono a comprendere che l’obiettivo della mattanza deglistudenti cristiani aveva di mira il diritto universale all'educazione e all'istruzione, unico strumento in grado di emancipare i popoli dalle povertà e dall’ignoranza. La tolleranza e il rispetto reciproco nascono in famiglia, ma soprattutto sui banchi di scuola, nei luoghi del sapere dove la condivisione è naturale, dove gli studenti condividono esperienza e sapere e aspirano a costruire il proprio futuro. L’Occidente, con le sue radici illuministiche, sinora è rimasto silente anziché urlare la solidarietà nei confronti delle minoranze religiose e sociali, cristiani, donne che sono stati uccisi a Garissa solo perché considerati inferiori e lontani, tuttavia i giovani di Garissa sono i nostri studenti, sono i nostri figli e il nostro futuro».
Il Manifesto, lanciato sulla pagina facebook "Professori Universitari", è stato promosso da Alberto Gambino e Valentina Colombo (Università Europea di Roma), con le adesioni dei professori Mauro Orlandi (Cattolica), Oreste Pollicino (Bocconi), Paolo Gaggero (Milano Bicocca), Elena D'Alessandro (Torino), Francesca Russo (Napoli, UniSob), Salvatore Prisco (Napoli, Federico II), Gina Gioia (Tuscia), Marina D'Orsogna (Teramo), Sergio Lubello (Salerno) e Mauro Ronco (Padova).
Per inviare la propria adesione è possibile scrivere al seguente indirizzo email:manifestopergarissa@gmail.com
«Proponiamo di istituire una giornata nazionale per i nuovi martiridelsapere durante la quale istituzioni, docenti e studenti avviino iniziative volte a ricordare che il diritto allo studio non è scontato e che nel ventunesimo secolo c’è ancora chi perde la vita perché si trova in un’università». È quanto si legge nel Manifesto che un gruppo di accademici italiani ha lanciato a seguito dei tragici episodi dello University College di Garissa: «innanzi al massacro degli studenti, un massacro che ha colpito per l’ennesima volta sia un luogo del sapere sia la componente cristiana, intellettuali, università, professori e uomini di cultura non possono più tacere. É giunto il momento di riaffermare non solo il diritto allo studio, all’istruzione per ogni essere umano, ma anche la sacralità della vita di ogni giovane che vuole costruire un futuro per sé, per la propria nazione e per il mondo intero».
«Il presente Manifesto», spiegano gli accademici, «vuole essere un segno di solidarietà nei confrontidi tutti quei giovani che hanno perso la vita perché stavano cercando di costruire un futuro migliore, vuole ribadire con forza che chiunque uccida i luoghi del sapere e chi li frequenta è un nemico dell'umanità. Noi firmatari desideriamo onorare il ricordo di tutti martiri della barbarie che vorrebbe privare bambini e giovani di un diritto fondamentale. Al fuoco delle armi, alla barbarie vogliamo rispondere con una forte presa di coscienza e responsabilità che ci vedrà da oggi in prima linea al fianco di ogni giovane che vuole combattere le tenebre con la luce della conoscenza».
«In pochi», si legge nel documento, «riescono a comprendere che l’obiettivo della mattanza deglistudenti cristiani aveva di mira il diritto universale all'educazione e all'istruzione, unico strumento in grado di emancipare i popoli dalle povertà e dall’ignoranza. La tolleranza e il rispetto reciproco nascono in famiglia, ma soprattutto sui banchi di scuola, nei luoghi del sapere dove la condivisione è naturale, dove gli studenti condividono esperienza e sapere e aspirano a costruire il proprio futuro. L’Occidente, con le sue radici illuministiche, sinora è rimasto silente anziché urlare la solidarietà nei confronti delle minoranze religiose e sociali, cristiani, donne che sono stati uccisi a Garissa solo perché considerati inferiori e lontani, tuttavia i giovani di Garissa sono i nostri studenti, sono i nostri figli e il nostro futuro».
Il Manifesto, lanciato sulla pagina facebook "Professori Universitari", è stato promosso da Alberto Gambino e Valentina Colombo (Università Europea di Roma), con le adesioni dei professori Mauro Orlandi (Cattolica), Oreste Pollicino (Bocconi), Paolo Gaggero (Milano Bicocca), Elena D'Alessandro (Torino), Francesca Russo (Napoli, UniSob), Salvatore Prisco (Napoli, Federico II), Gina Gioia (Tuscia), Marina D'Orsogna (Teramo), Sergio Lubello (Salerno) e Mauro Ronco (Padova).
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