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Libera: provvedimenti drastici per fermare l’epidemia

20 mar 2020
Libera: provvedimenti drastici per fermare l’epidemia

Siamo al fianco di tutto il personale sanitario e di protezione civile che sta combattendo in prima linea questa durissima guerra. A tutti loro e a coloro a cui spetta il compito di adottare decisioni difficilissime in questo frangente, vogliamo esprimere la piena e totale solidarietà, poiché sappiamo che stanno agendo per il bene comune e con il massimo impegno. Ne siamo consapevoli, il Paese deve fare squadra ed occorre evitare di dare spazio a elementi critici che pur potrebbero emergere, di fronte al diffondersi dell’epidemia. Il decreto che chiede a tutti di restare a casa è entrato in vigore a San Marino solo il 13 marzo e, come dimostra la curva che si è registrata in Cina, occorreranno ancora numerosi giorni, prima che si possano registrare notizie positive sull’andamento dei contagi. Sappiamo che sta per essere messo in atto un provvedimento deciso dai comuni a noi limitrofi di confinare le nostre aree con uno stretto regime di controllo. Anche questa decisione deve essere tempestiva e perentoria perché, come dicono gli esperti, l’unico modo di vincere questa battaglia è il distanziamento sociale e la limitazione degli spostamenti, neanche San Marino può infatti permettersi di importare od esportare il virus. Un rischio che si è corso anche per troppo tempo da quando i primi casi si sono manifestati sul territorio, a cui è necessario porre rimedio, a partire dagli spostamenti “giustificati” per fare spesa o portar fuori il cane: le nostre forze dell’ordine stanno svolgendo compiti difficilissimi e non possono essere impegnate dalla mattina alla sera nel richiamare i residenti al rispetto dell’unico strumento che abbiamo per limitare i contagi. L’onda, purtroppo lunga, delle contaminazioni parte sempre 7/10 giorni prima che si verifichi l’insorgenza della malattia, e se pensiamo che il 12 marzo le mense, i ristoranti, i bar, erano ancora aperti su tutto il nostro territorio, possiamo immaginare che almeno fino a lunedì prossimo i casi positivi continueranno ad esserci. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lanciando un appello: quello di incrementare notevolmente il numero dei tamponi al fine di individuare i portatori sani del virus. La regione Veneto, la Toscana e ora anche l’Emilia Romagna, stanno andando in questa direzione, anche dopo l’esperienza positiva del comune di Vo, che ha frenato l’epidemia attraverso lo screening di tutta la popolazione. Altrettanto positivi i casi della Corea del Sud e dei territori che confinano con la Cina che hanno adottato queste misure a livello generale. Individuare i portatori sani, ma anche con anticipo quelli che manifesteranno la malattia, aiuta a limitare i contagi e ad anticipare le profilassi. Non sappiamo se sono questi i motivi della capacità di questi Paesi di gestire la crisi, ma i loro dati sono molto confortanti. Può anche San Marino adottare questa misura estendendola non solo a chi manifesta i sintomi, ma anche alle persone con cui queste sono state in contatto ed in particolare al personale che tutti i giorni opera sul territorio? Se il problema dovesse essere di carattere economico crediamo che lo Stato possa affrontarlo e di certo non mancherà la solidarietà di tutti i cittadini nel sostenere lo sforzo. Questo è infatti il modo per mettere prima di tutto in sicurezza coloro che stanno combattendo in prima linea, ma anche per arginare più velocemente il contagio e ridurre il numero di coloro che avranno bisogno di assistenza medica. Sarà poi l’unico modo, una volta diminuita la violenza dei fuochi che si sono accesi in molte realtà sociali comprese le fabbriche, i luoghi di ritrovo e addirittura le strutture pubbliche, di circoscrivere capillarmente il fenomeno e di dare una speranza per il ritorno alla normalità. La salute prima di tutto. Non intendiamo certo dare consigli e sono gli esperti a dover dire l’ultima parola, ma solo stimolare la riflessione su ciò che la politica può fare per essere al fianco dei nostri che combattono in prima linea e ai quali va data non solo solidarietà, ma anche tutti i mezzi tecnici affinché possano proteggersi loro per primi, di loro abbiamo una necessità assoluta e la loro sicurezza deve essere il primo dei nostri pensieri. 

   Libera


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